Sul modello di altre capitali europee

Bike sharing elettrico, la terza via della mobilità

Bike sharing elettrico, la terza via della mobilità

Il Libro Bianco sui trasporti della Commissione Europea ci propone una nuova sfida per una mobilità urbana sostenibile sotto il profilo energetico e ambientale: la riduzione, entro il 2030, del 50% del numero delle auto tradizionali (benzina o diesel) nelle nostre città e la loro totale eliminazione entro il 2050

In questa prospettiva, certamente impegnativa ma collocata entro ragionevoli orizzonti temporali, Milano ha recentemente conseguito due successi incoraggianti: sta sensibilmente aumentando, per numero di utenti e per consenso sociale, sia l’uso delle biciclette pubbliche (bike sharing) che la diffusione del car sharing anche grazie ad una maggiore offerta di soggetti gestori.

LIBERTA’ E BENEFICI AMBIENTALI – L’idea di «spersonalizzare» il mezzo di trasporto individuale rendendolo condivisibile tra più utenti sembra costituire una «terza via» vincente tra gli opposti modelli del trasporto privato basato sulla propria automobile e delle politiche orientate esclusivamente sul trasporto pubblico. Con la condivisione dei mezzi individuali di mobilità si garantisce da un lato la libertà di movimento personale e dall’altro si ottengono risparmi economici, benefici ambientali e una migliore qualità della vita.
Vista però la distanza che ci separa dagli obiettivi europei, dobbiamo cercare anche altre vie per raggiungere quelle fasce di utenza che attualmente si avvalgono solo di auto o moto. Se guardiamo al problema dell’inquinamento e alla qualità della vita urbana, la bici si offre senza dubbio come il mezzo più vantaggioso: nessuna emissione di veleni nell’aria, assenza di inquinamento acustico, bassissimo utilizzo di suolo e di spazi pubblici. Ma presenta anche limiti oggettivi: è faticosa per le lunghe distanze, è lenta nelle strade a scorrimento veloce, non è sempre adatta a tutte e le età e condizioni fisiche. Problemi però eliminabili quando si passa alla bici elettrica. La E-bike è competitiva, per velocità e maneggevolezza, con lo scooter o con la city car, e mantiene tutti i vantaggi della bici meccanica, consentendo l’alternanza della pedalata con la propulsione elettrica.

PUNTARE SULLE BICI ELETTRICHE – Se poi la bici elettrica è condivisa con le modalità di sharing oggi esistenti per le bici meccaniche e le city car diventa vantaggiosa anche sul piano economico. Le E-bikes stanno riscuotendo grande successo in Europa: in Olanda e Germania una bici su sei è elettrica e il relativo mercato cresce del 15% all’anno senza diminuire le vendite delle bici tradizionali. L’Electric Bike Worldwide Report, ripreso recentemente dall’Economist, riporta che quest’anno sono state vendute più di 30 milioni di bici elettriche nel mondo di cui oltre un milione e mezzo in Europa. Monaco di Baviera sta sperimentando un efficiente ed apprezzato servizio di E-bike sharing. Potrebbe farlo subito anche Milano. A2A sta creando con successo reti di centraline di ricarica per auto elettriche: la loro estensione alle bici elettriche è facile, e darebbe un ulteriore sensibile contributo al miglioramento dell’aria che respiriamo e alla qualità della vita urbana.

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