Amt, “occupata” De Ferrari: “I privati non passeranno”

Amt, “occupata” De Ferrari: “I privati non passeranno”

Da ieri presidio dei lavoratori dell'azienda di trasporto pubblico e dei sindacati di categoria, in cerca del sostegno dei genovesi

Un grande gazebo gonfiabile rosso montato a De Ferrari: parte così in grande stile la mobilitazione permanente dei lavoratori Amt che lottano contro la privatizzazione della società del trasporto pubblico locale.   Da ieri presidiato per tutto il giorno da lavoratori e delegati e non è escluso che qualcuno si fermi anche durante la notte.   "Vogliamo accendere i riflettori su un problema che riguarda tutti  –  spiega Camillo Costanzo, segretario generale della Fil-Cgil  –  perché la privatizzazione mette a rischio l'occupazione dei lavoratori, ma anche il funzionamento del servizio, che già ora presenta molti problemi, con corse che saltano per mancanza di personale e autobus sovraffollati nelle ore di punta".   Il gazebo diventerà così un punto di informazione a De Ferrari fino a venerdì, a parte giovedì, giorno in cui c'è lo sciopero generale. In questi giorni parte anche un volantinaggio a tappeto da Sestri a De Ferrari e 800 manifesti sono stati sparsi in tutta la città, per spiegare ai cittadini che incombe il rischio di veder cedere l'Amt ai privati.
 
Cosa può significare questa minaccia lo ha spiegato ieri a Genova Alessandro Nannini, della rsu Ataf, che è arrivato da Firenze su invito dell'associazione ControCorrente proprio per raccontare l'esperienza toscana, con il passaggio del 100% delle quote della società a Busitalia, la società del gruppo Trenitalia di cui si vocifera un interessamento anche per Amt.   "Avevano iniziato come a Genova, ipotizzando di cedere il 30-40% delle quote  –  ha raccontato Nannini  –  poi è stata deliberata la cessione del 100%, a 40 apprendisti non è stato rinnovato il contratto di lavoro e ora ci sono 70 lavoratori che non sanno dove collocare".

Sulla mobilitazione legata all'informazione ha scommesso anche il MeetUp Autoferrotranvieri Amt, che già ieri ha organizzato info point in alcune delle più importanti fermate del bus ai cittadini. Oggi ci provano in grande stile i sindacati uniti degli autoferrotranvieri, FiltCgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl dando così corpo alle decisioni prese dall'assemblea dei lavoratori dell'altro giorno.
La battaglia promette di essere lunga, anche perché venerdì scorso nell'incontro avuto con i sindacati il sindaco Marco Doria si è limitato a presentare la situazione disastrosa dei conti: a fronte di un sostanziale pareggio del 2013, incombe la minaccia di un buco di 10 milioni di euro nel 2014, nonostante i contratti di solidarietà dei lavoratori proseguano anche l'anno prossimo portando un risparmio di sei milioni di euro.
Per il resto nessuno in Comune ha ancora indicato ufficialmente la strada della privatizzazione. Eppure tutti gli indicatori puntano ormai verso quella direzione, mentre i sindacati sono fermamente intenzione a lottare con le unghie e con i denti contro questa prospettiva. "Mercoledì Faisa e Ugl saranno audite in commissione consiliare  –  spiega Mauro Nolaschi, della Faisa  –  e avremo già la possibilità di dire la nostra, venerdì ci sarà l'incontro in Prefettura per la seconda fase delle procedure di raffreddamento e lunedì 18 si riunirà l'assemblea dei lavoratori, che dovrà decidere se andare allo sciopero".
La prima data utile, in base alla legge che regolamenta lo sciopero nei servizi pubblici, è il 24 novembre ma prima di quella data si arriverà già allo scontro fondamentale, martedì 19 in consiglio comunale, quando andrà in discussione la delibera di indirizzo delle società a partecipate del Comune, che di fatto apre la strada all'ingresso dei privati nelle società controllate dal Comune.   La delibera fortemente voluta dal Pd, e altrettanto fortemente contrastata da Sel e Rifondazione Comunista, con la lista Doria e sostenere le posizioni del sindaco, ma senza troppo entusiasmo. Quel giorno si presenteranno in Comune anche i lavoratori di Amt, Amiu e Aster, i primi interessati dalla delibera, che già in passato hanno portato a sospendere la discussione della pratica con le loro proteste. Facile prevedere che in quell'occasione si replichi.
Gazebo e volantinaggi avranno così il compito di mantenere alta l'attenzione della città fino a quella data, quando in consiglio comunale la situazione rischierà di diventare incandescente. "I lavoratori hanno già pagato di tasca loro  –  attacca Costanzo  –  sono quattro anni che sigliamo accordi, in compenso il Comune non sa che fare, mentre doveva procedere a ripatrimonializzare l'azienda eventualmente con un conferimento di immobili se non ha i fondi".

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