L'approfondimento di Federmobilità sulle multe relative alle violazioni del codice della strada

Multe: chi si spartisce il tesoretto?

Multe: chi si spartisce il tesoretto?

. I proventi delle sanzioni pecuniarie un tesoretto ripartito con difficoltà fra numerosi eredi

Federmobilità torna sul problema della destinazione dei proventi delle sanzioni pecuniarie visto che dal 31 maggio gli enti locali avrebbero dovuto inviare al Ministero la relazione sui proventi per violazione del codice della strada comprese quelli derivanti dalla violazione dell’eccesso di velocità.   Un tema ampiamente dibattuto (il 28 maggio si è svolto, un seminario a Roma, organizzato da Federmobilità e Aci) oggetto di frequenti interventi interpretativi da parte dell’Anci e non solo che, con riferimento in particolare all’eccesso dei velocità, continua a essere riproposto per la nota mancata emanazione del decreto interministeriale che dovrebbe definire le modalità a completamento delle previsioni della legge 120/2010.   Posto che si tratta di proventi di natura eccezionale e straordinaria che non possono essere utilizzati a copertura di spese correnti di natura stabile e ricorrente, l’attuale assetto regolatorio si presenta piuttosto farraginoso sia per la destinazione dei proventi per eccesso di velocità che per tutte le altre violazioni tanto da spingere la Corte dei Conti a intervenire in materia con linee guida specifiche.   Vincoli   eccessivi e poco chiari   che favoriscono interpretazioni estensive delle norme non sempre coerenti con le finalità della legge stessa, norme che generano confusione per la loro articolazione vedi ad esempio l’art. 208 comma 2 cds nel quale la somma delle percentuali della destinazione dei proventi di spettanza dello Stato non è uguale a cento, Certo la differenza è stata ampiamente motivata ma rimane un testo ambiguo. (80 per cento del totale annuo è utilizzato per studi, ricerche e propaganda ai fini della sicurezza stradale, per finalità di educazione stradale e l'assistenza e previdenza del personale della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia penitenziaria e del Corpo forestale dello Stato e per iniziative ed attività di promozione della sicurezza della circolazione; il 20 % dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti  per studi, ricerche e propaganda sulla sicurezza del veicolo;  il 7,5 dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca al fine di favorire l'impegno della scuola pubblica e privata nell'insegnamento dell'educazione stradale e per l'organizzazione dei corsi per conseguire il certificato di idoneità alla conduzione dei ciclomotori) .   In fondo si tratta di un tesoretto importante , parliamo di circa 4 miliardi di euro, che alla fine dei giuochi ,in una situazione di pesanti tagli alla spesa pubblica, possono essere investiti nella sicurezza stradale con strumenti diversi ,manutenzione delle strade, educazione degli utenti, ecc….   Ci meraviglia quindi il ritardo dell’emanazione del decreto interministeriale.   L’attesa alimenta un clima di confusione e giustifica interventi interpretativi (Sul punto, ad esempio  Anci e lega autonomie dell’Emilia Romagna hanno di recente diffuso una nota congiunta nella quale si suggerisce ai comuni ,nelle more del decreto, di gestire separatamente le informazioni sui proventi da sanzioni per eccesso di velocità rispetto alle altre e la massima  attenzione circa l’obbligo di destinazione dei proventi secondo quanto previsto dalla legge) e rinvii di adempimenti che invece potrebbero assicurare maggiore trasparenza alle scelte sulla destinazione dei proventi degli enti locali  e  una migliore informazione ai cittadini.

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