Riportiamo l'articolo di Marinella Correggia pubblicato su Adista Segni Nuovi

Elogio dei pedoni. Camminare è rivoluzionario?

Elogio dei pedoni. Camminare è rivoluzionario?

Nel suo romanzo di fantascienza Fahrenheit 451, Ray Bradbury descrive un potere tecnocratico e invasivo che brucia i libri e incrimina i pedoni, soggetti a loro modo sovversivi. Dunque il

Nel suo romanzo di fantascienza Fahrenheit 451, Ray Bradbury descrive un potere tecnocratico e invasivo che brucia i libri e incrimina i pedoni, soggetti a loro modo sovversivi. Dunque il massimo della ribellione sarebbe camminare leggendo! Su strade non trafficate si può fare.   Aiutati dai passi si pensa meglio perché, ha detto in un’intervista Rebecca Solnit, autrice di Storia del camminare, «il corpo e la mente lavorano assieme, (…) Si tratta di un benservito allo spartiacque cartesiano mente-corpo».   Non solo: «Passato e presente si uniscono quando cammini come facevano gli antichi. Ogni passeggiata si muove attraverso lo spazio esattamente come un ago nel tessuto». Un ago? Ricamavano, strada facendo, le antiche ragazze dell’Iglesiente nella strada fra la casa e la miniera. Ed erano e sono camminatori per forza i raccoglitori di alimenti selvatici.   Camminare è produttivo. Chi vuole protestare, dappertutto nel mondo, marcia. E poi passare nei luoghi, anziché sfrecciare su gomma, è anche una condizione per conoscerli e poterli dunque proteggere, dicono i camminatori dell’associazione Federtrek.   Camminare è per tutti, ma ci sono passi e passi. Le donne che nei luoghi impoveriti percorrono tragitti giornalieri gravate da pesi come acqua e legna, o le famiglie che fuggono a piedi dalla siccità o dalle guerre sono l’opposto del pedone domenicale con il contapassi o del frequentatore dei tapis roulants. La giustizia distributiva non è arrivata nemmeno al camminare. Fa differenza quello che puoi mangiare prima e durante, quello che calzi, come sei vestito, quali carichi porti sulle spalle. E anche le gambe che hai. Per fortuna, con la solidarietà degli altri camminatori tutti possono far trekking: perfino in montagna, grazie a un attrezzo chiamato joelette.   Tolta la fatica estrema, camminare fa salute. I medici Luciana Baroni e Hans Dielh, nel manuale Scegli di star bene, dopo le scelte alimentari raccomandano una mezz’ora quotidiana di passi.   Quest’attività fisica regolare è un massaggio tonificante per il corpo attraverso la pianta del piede, favorisce la respirazione, aiuta il cuore, i polmoni, il fegato, i reni, lo stomaco, aiuta a rilassare la mente. E toglie i carichi superflui. A Cuba lo sperimentarono, obtorto collo, agli inizi del periodo especial, quando venuto meno il petrolio dalla defunta Urss, l’isola si diede a un massiccio esperimento descritto dal documentario Vivere senza petrolio. Tutti camminavano o andavano in bici (nemmeno i bus passavano) e tutti dimagrirono.   Miliardi di passi – o pedalate – in più a sostituire i mezzi a motore fanno bene alla salute anche alleggerendo l’aria delle città. Se pedoni e ciclisti dominassero gli spostamenti, si potrebbero coltivare a orti e frutteti, senza paura di particelle inquinanti, perfino le aiuole e i giardinetti urbani.   Miliardi di passi e pedalate in più sono anche milioni di tonnellate di gas serra in meno, e se ben sfruttati con appositi marchingegni potrebbero perfino produrre energia. Con grande piacere anche per il senso dell’udito, che apprezza «quel suono magico che chiamiamo silenzio»

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