Bici, uffici e auto: i consumatori risparmiano

Italia, “culla perfetta” dell’economia condivisa

Italia, “culla perfetta” dell’economia condivisa

Secondo un sondaggio Ipsos, co-working e car sharing sono i settori con le maggiori potenzialità. Non manca chi riporta esperienze negative sulla sharing economy: un quarto degli intervistati. Intanto gli investitori scommettono 100 milioni sui viaggi condivisi di BlaBlaCar, la società vale già 1 miliardo

Secondo una ricerca Ipsos realizzata su commissione di Airbnb (condivisone di case vacanza) e BlaBlaCar (condivisione di auto per viaggiare insieme e dividere le spese), è emerso che in Italia 75% della popolazione ha sentito parlare di sharing economy e, tra coloro che conoscono questo fenomeno, il 67% lo identifica con beni e servizi (ride sharing, condivisione della propria casa, bike sharing, eccetera), mentre il 21% lo associa a un vantaggio economico.

L'immagine della sharing economy è positiva presso la maggior parte degli intervistati, con il 31% interessato a utilizzarla, un 11% che si dichiara già utilizzatore; non manca chi è scettico, tanto che un quarto circa del campione (il 27%) si è dimostrato negativamente orientato verso il fenomeno. Uno scetticismo che non pare contagiare gli investitori: è notizia fresca il fatto che proprio la francese BlaBlaCar abbia ottenuto fiducia da fondi di venture capital che hanno garantito 100 milioni di dollari di finanziamento, uno dei maggiori in Europa per questo genere di start-up, che valuta la società oltre la fatidica soglia di 1 miliardo di dollari.

Come si accennava, la crisi economica che sta interessando il nostro Paese ha spinto gli italiani, ben l'86% del campione intervistato, a modificare le proprie abitudini di consumo. Nell'ambito di questa stragrande maggioranza, due intervistati su tre hanno ridimensionato le spese. Le forme di consumo condiviso che si sono via via imposte all'attenzione non sembrano destinate ad essere confinate a una nicchia di "patiti" del settore: il 57% degli intervistati prevede infatti una forte diffusione della condivisione delle bici, il 47% ritiene che la casa in comune crescerà nel prossimo futuro, mentre i settori che sembrano avere maggiori potenzialità sono il co-working (spazi di lavoro aperti e condivisi) e il car sharing, citati rispettivamente dal 61% e dal 53% degli intervistati.

Nella ricerca Ipsos si guarda anche ai profili degli utenti, in base ai quali cambiano "le motivazioni fondamentali che spingono all'adesione alla sharing economy: il bisogno parla agli "anonimi" e ai "pragmatici" che ricercano la stabilità; la sfida agli "avventurieri" e "sociali" che mirano a una crescita a livello sociale; gli ideali agli "educatori" e ai "valoriali" che aspirano a un percorso che implichi responsabilità sociale e sostenibilità ambientale".

Quanto alle molle che fanno scattare il desiderio – o il bisogno – di condivisione, econdo il 38% degli intervistati, convenienza e risparmio sono due elementi chiave che descrivono la sharing economy, mentre il 26% la associa alla sostenibilità ambientale e per il 22% rappresenta un'innovazione. "L'economia della condivisione appare quindi una delle risposte più efficaci all'attuale crisi economica ma, per diffondersi in modo più ampio, richiede una maggiore focalizzazione sulla qualità data dal valore generato dalla condivisione stessa, piuttosto che sulla quantità".
"Se da un lato la crisi e la necessità di far quadrare il bilancio familiare hanno certamente agevolato le pratiche di sharing, dall'altro la leva economica, pur preminente, non è la sola alla base della diffusione del fenomeno. La novità e l'innovazione, la socialità ma anche la sostenibilità ambientale e l'etica implicite nella condivisione di beni e servizi, sono le determinanti emergenti, che possono sostenere la sharing economy una volta superata la crisi" afferma Fabio Era, Senior Researcher, Ipsos Public Affairs.   Da Repubblica

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