La classifica sui verbali raccolta dal Corriere della Sera, a Milano in media ogni automobilista paga 170,5 euro, di cui il 60% da telecamere

Multe, Milano batte tutti grazie ai pendolari

Multe, Milano batte tutti grazie ai pendolari

L'opposizione attacca la giunta: «A Milano si paga l'ideologia anti-automobilistica», la Giunta contesta l'imprecisione dei dati

«Milano capitale delle multe»: è il primato affibbiatole lunedì da Il Sole 24 Ore. Ma tra le tante eccellenze nel palmares, questa la città preferirebbe lasciarla ad altri.   La classifica stilata dal quotidiano economico decreta però il primo posto di Milano, con 170,5 euro in media di sanzioni per patentato all'anno.   Dietro (staccati) seguono Firenze (145,4 euro), Bologna, Parma e Treviso. Torino è nona, Roma è solo quattordicesima, Napoli è in posizione numero 32.   Ma non tutto torna nei calcoli usati per la classifica.   Sono diverse le precisazioni che arrivano da Palazzo Marino. Che tiene prima di tutto a sottolineare che «sono i cittadini i primi a chiedere un sempre maggiore controllo per la sicurezza sulle strade», sottolinea l'assessore alla Sicurezza, Marco Granelli. E le sanzioni per violazioni al codice della strada «sono un efficace strumento di prevenzione – rivendica sempre l'assessore – come dimostra anche il calo del 25 per cento degli incidenti negli ultimi due anni. Controllo della velocità e diminuzione del traffico sono fondamentali».   Ma vediamo i punti su cui insistono dal Comune. Primo: «Dividere il totale dell'incassato per il numero di persone con patente a Milano è del tutto arbitrario».   Il motivo? «È importante sottolineare che il 60% delle multe riguarda i city users – spiega Granelli – per cui il calcolo pro patentato residente in città deve essere almeno dimezzato».   Sei verbali su dieci, infatti, vengono staccati ad automobilisti che provengono da fuori. Nulla di strano per una città in cui ogni giorno si riversano 500 mila vetture dai dintorni e non solo. Anche se non è l'unica. Seconda obiezione: la somma incassata nel 2013 (132,3 milioni) comprende anche le multe andate «a ruolo», cioè quelle contravvenzioni che pur scadute non venivano inoltrate a Equitalia e che invece l'amministrazione si è impegnata a recuperare.   «È un investimento di questa amministrazione in efficienza ma, soprattutto, in giustizia verso i cittadini da sempre puntuali nei pagamenti».   Terza questione: il calcolo parte dalla somma finita nelle casse del Comune (dove comunque nell'ultimo anno si è registrato una flessione del 7 per cento) e non dal numero di multe.   «Non possiamo sapere – sostengono da Palazzo Marino – se ad un più alto incasso corrisponde un più alto numero di sanzioni emesse, oppure una maggiore efficienza nella raccolta del dovuto e una maggiore attenzione dei cittadini nel pagare». Anche se, anche in termini di numero di contravvenzioni staccate, Milano non scherza: nel 2012 e nel 2013 il numero di verbali ha viaggiato intorno a quota 2,4 milioni. Per ultimo: nel 60 per cento dei casi a «pizzicare» gli automobilisti sono state le telecamere. Come dire: un giudice severo ma, in teoria, a prova di errore. Le infrazioni: limiti di velocità, zone a traffico limitato e Area C. Basti pensare che solo i sette nuovi autovelox, installati nelle arterie di ingresso in città, nei primi giorni di accensione viaggiavano a un ritmo di 9.172 multe al giorno. E altre 4 mila arrivano quotidianamente dai varchi della congestion charge . Il resto sono frutto di controlli sulla sosta, gli attraversamenti pedonali, le piste ciclabili e, ancora, per guida con il cellulare. Poco cambia per l'opposizione. Tutto il centrodestra attacca la giunta.   «A Milano si paga l'ideologia "anti- automobilistica" – afferma la coordinatrice regionale di Forza Italia, evidentemente legata al centro trafficato pre-zona C Mariastella Gelmini – messa in atto moltiplicando limiti e divieti privi di efficacia su ambiente e sicurezza». Per Riccardo De Corato (FdI) «in Comune hanno fatto di tutto per fare cassa sulla pelle degli automobilisti, oltre a stangare gli utenti del trasporto pubblico».

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