La perizia redatta dai consulenti del sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro avrebbe infatti individuato eventuali responsabilità anche da parte dei vertici di Trenitalia nella gestione della fascia di rispetto di circa 30 metri a ridosso della linea ferrata rimasta bloccata per quasi un mese
L’attenzione degli inquirenti si sarebbe concentrata proprio sulla gestione e manutenzione del terreno che costeggia la massicciata (una trentina di metri) e dalla quale si è staccata la frana che ha fatto deragliare l’Intercity Milano-Ventimiglia. L’altro giorno si è svolto al sesto piano del palazzo di giustizia un vero e proprio summit tra gli uomini della polizia ferroviaria e il magistrato inquirente per verificare gli ulteriori passi da compiere e soprattutto valutare la posizione di Trenitalia che, tra l’altro, è proprietaria di una struttura simile a quella piombata sul convoglio poche centinaia di metri dopo l’incidente e risultata totalmente abusiva. E il confronto pare destinata ad intensificarsi nelle prossime settimane per arrivare ad una conclusione. Insomma, pur non essendoci alcun nome iscritto nel registro degli indagati, l’azienda di trasporto potrebbe vedersi coinvolta in un concorso nel disastro ferroviario. Al momento comunque gli unici indagati per disastro colposo sono i proprietari della terrazza adibita a parcheggio crollata in seguito ad un dissesto statico, oltre all’iniziale progettista: il geometra Roberto Salta. Una situazione cristallizzata già dai momenti immediatamente seguenti la frana