Gli autisti Amt hanno inscenato una manifestazione stamani davanti alla sede dell’azienda, occupando via Bobbio a Genova allo scopo di bloccare il traffico Il Comune apre ai dipendenti e annuncia: "Disdetti i patti per riformularli, non per cancellarli definitivamente. Attenzione però ai conti"
I lavoratori dell’Azienda hanno occupato in segno di protesta il primo piano della sede Amt a Genova, dove ci sono gli uffici della presidenza, della direzione e dei dirigenti. Sono decisi a mantenere l’occupazione fino a quando l’azienda non ritirerà la disdetta del contratto integrativo a partire da febbraio 2015. Replica il Comune in un comunicato: «Nel 2015 Amt rischia il fallimento. Sarebbe un disastro per il servizio di trasporto, per la città e per i lavoratori. Perché non accada bisogna garantire l’equilibrio dei conti dell’azienda, che è e resta pubblica. Il Comune ha sostenuto e sostiene Amt con ingenti stanziamenti, maggiori di quelli che altri comuni versano alle loro aziende. Nel 2014 il Comune di Genova ha contribuito per oltre 34 milioni; per il 2015 ne prevede altri 30. Non è pensabile che, nelle ristrettezze di bilancio, il Comune possa ancora aumentare il finanziamento né che, per farlo, riduca servizi essenziali per i cittadini o aumenti ulteriormente le tasse». Insiste Tursi: «Il Comune ha rispettato alla lettera gli impegni assunti con l’accordo sindacale sottoscritto lo scorso anno. L’accordo prevedeva, nel marzo 2014, l’avvio delle procedure per una gara regionale di affidamento del servizio di trasporto pubblico locale; i tempi di attuazione della legge regionale lo hanno fatto slittare di almeno un anno. Nel frattempo, però, Amt deve vivere e anzi consolidarsi per partecipare alla gara. Nessun lavoratore deve essere licenziato, né dipendente da Amt né dalle ditte di appalto. Ci sono tre mesi di tempo per rinegoziare l’integrativo in modo da riequilibrare i conti aziendali. La disdetta formale non significa azzerare l’integrativo ma avviare una trattativa tra azienda e sindacati per salvare Amt».