Uscire dalla macchina in maniera consapevole, considerare la pista ciclabile una strada, non dimenticarsi dei sensi unici: dieci regole per migliorare la convivenza tra ciclisti e pedoni
Una città a mobilità sostenibile parte da una buona convivenza tra ciclisti e pedoni. Come leggiamo sul sito statunitense Slate, bastano poche e semplici regole per garantire una serena circolazione a tutti. Le 5 regole per i pedoni 1. Esiste il marciapiede: non sostare sulla pista ciclabile mentre cerchi di attraversare la strada. Nel caso sia proprio necessario, presta attenzione ad un eventuale passaggio delle due ruote 2. Esci dal taxi in maniera consapevole: guarda davanti e dietro ogni volta che scendi da un taxi, prima di aprire la portiera. Se lo fai di norma quando scendi dalla parte della strada, per evitare che un’altra auto porti via la portiera del taxi, allora puoi farlo anche quando scendi dalla parte di una pista ciclabile, evitando di abbattere il ciclista che sta legittimamente percorrendo la sua corsia senza preoccuparsi di dover fare slalom o acrobazie inaspettate. 3. Non camminare sulla pista ciclabile: a meno che non si tratti di particolari ed eccezionali circostanze. Se proprio sulla strada e sul marciapiede sta succedendo qualcosa di grosso, un flash mob, una manifestazione o altri eventi simili, ti è permesso invadere la corsia dei ciclisti ma solo camminando in senso contrario, cioè guardando i ciclisti in faccia mentre arrivano – e casomai spostandosi per lasciare libero il passaggio. 4. La pista ciclabile è una strada: guarda prima di attraversare una pista ciclabile. Come fosse una strada. Gli abitanti di molte città sono abituati a fare attraversamenti selvaggi per evitare lunghe attese ai semafori, e molti sono diventati esperti nel calcolare l’opportunità di un attraversamento sulla base della distanza della macchina che si sta avvicinando. Ecco, questa abilità andrebbe sviluppata allo stesso modo nei confronti dei ciclisti. E attenti a quelli che vanno velocissimi, soprattutto nelle città dell’Europa del Nord. 5. Attenzione ai campanellini: Non offenderti se i ciclisti suonano il campanello per richiamare l’attenzione, non sono spregevoli, non lo fanno – almeno la maggior parte delle volte – per insultare o cercare lo scontro: il campanello è come il clacson, un avvertimento di un pericolo imminente. Le 5 regole per i ciclisti 1. Illuminati d’immenso: renditi visibile al buio, per evitare guai ben più gravi. Non c’è ragione di mimetizzarsi nell’oscurità, perché lo scontro con un pedone un po’ distratto dai fanali delle macchine è sempre dietro l’angolo. Attrezza la bici con le dovute misure di sicurezza (luce davanti, luce dietro, giubbotto catarifrangente), almeno rispettando le leggi del paese in cui vivi. 2. Attenzione ai sensi unici: Se vuoi una città più vivibile, non andare in senso contrario di marcia nelle strade a senso unico, perché i pedoni attraversano la strada guardando solo dalla parte da cui arrivano le macchine. E poi in molti paesi, tra cui l’Italia, rischi pure di prendere una multa. 3. Il marciapiede non è una pista ciclabile: non pedalare, mai, sul marciapiede. Se nelle città più piccole, senza grandi folle per le strade, questa regola potrebbe anche essere oggetto di qualche eccezione – anche per mancanza di valide alternative come piste ciclabili o automobilisti che guidano a velocità controllate – nelle grandi città invase da turisti il marciapiede deve essere rispettato per la sua funzione. Gente che cammina a zig zag, persone incantate e a testa china sul proprio smartphone, pedoni indisciplinati, sono tutti ostacoli da cui devi stare alla larga per evitare pericolose collisioni. 4. Affronta i semafori rossi con cautela: è molto diffusa tra i ciclisti l’abitudine di ignorare i semafori rossi. Slate dice che si può fare, diciamo così, ma con molta cautela: forse evitare del tutto è meglio 5. Attenzione alla metropolitana: non portare la bicicletta in metropolitana nelle ore di punta, soprattutto d’estate: occupa spazio, crea molto fastidio e costringe le persone intorno a schiacciarsi le une con le altre.