A Padova la presidenza, al gruppo di Trenitalia l'amministratore. Nasce un colosso da 620 autobus e 18 tram, per 970 dipendenti. Ed un unico biglietto per i viaggiatori
Via libera alla fusione tra Aps holding e Busitalia. In attesa che il dispositivo venga approvato dal consiglio comunale, giovedì prossimo, ieri mattina la giunta guidata dal sindaco Massimo Bitonci ha varato l'operazione che darà a Padova e provincia un unico operatore del trasporto pubblico locale. Un'operazione che coinvolgerà anche Rovigo e la sua provincia. Come prima cosa, nel dispositivo si stabiliscono i rapporti di forza tra le due società: Aps deterrà il 45% del capitale azionario a fronte del 55% di Busitalia. La newco avrà un fatturato iniziale di 90 milioni di euro e un parco veicoli composto da 620 autobus, 18 tram e un organico di 970 dipendenti (500 di questi sono quelli di Aps). Al personale di Aps, come del resto a quello di Busitalia, verranno garantiti gli attuali standard retributivi e previdenziali. I premi di risultato verranno invece parametrati su quelli corrisposti dalla società di Trenitalia. Per un periodo di almeno 6 anni, poi, i dipendenti di Aps non dovranno essere destinati ad incarichi al di fuori dei confini provinciali. Per quel che riguarda i patti parasociali, il consiglio di amministrazione sarà composta da 5 soci e le decisioni strategiche dovranno essere prese con il 75% dei consensi. Una percentuale che consente di tutelare gli interessi di Aps, pur essendo socio di minoranza. Quanto alle cariche operative, a Padova spetta il presidente della società – che potrebbe essere l'attuale presidente di Aps holding Paolo Rossi – mentre a Busitalia andrà l'amministratore delegato, che avrà ampi poteri decisionali. La nuova società, che si chiamerà Busitalia Veneto, sarà consolidata nel bilancio Busitalia – Ferrovie dello Stato che, di fatto ne avrà il controllo. A stilare il business plan dell'operazione è stata la società Lem reply srl srl. Il piano industriale prevede la razionalizzazione dei costi attraverso la soppressione di alcune "linee-doppione", alcune assunzioni e l'armonizzazione tariffaria, ovvero il biglietto unico. Si calcola che in due anni (2015-2017) il fatturato della società possa aumentare da 90 a 92 milioni di euro. Nell'immediato la nuova società avrà bisogno di 12 milioni di euro, soldi che dovranno essere recuperati tramite i soci o mutui. La fusione prevede poi che Busitalia Veneto paghi l'affitto ad Aps per gli immobili di via Rismomdo, per una parte di quelli di Salboro e per il tram. Canone che per i primi tre anni sarà di un milione e 660 mila euro, ma che dal quarto anno salirà a 2 milioni 410 mila euro. Il contratto d'affitto prevede anche che tutte le manutenzioni siano a carico della nuova società. Dal canto suo Aps si impegna all'acquisto di due nuovi convogli del tram. Nel caso in cui Aps realizzasse nuove linee tramviarie, Busitalia Veneto dovrà prenderle in locazione.