La Regione avrebbe confermato il contratto fino al 2020 senza indire alcuna gara d'appalto
A cinque giorni dal rinnovo (dal 2015 al 2020) del contratto di servizio dei treni dei pendolari da parte della Regione a Trenord, Legambiente lancia un appello al ministro dei Trasporti: «Maurizio Lupi faccia un decreto che cancelli l'opzione di un possibile rinnovo automatico e stabilisca invece l'obbligo anche in Italia, come nel resto d'Europa, di una gara d'appalto per la gestione del servizio ferroviario locale. Perché soltanto la concorrenza può migliorare la qualità dei treni», spiega Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia. Sul rinnovo del contratto a Trenord, invece, l'associazione dei consumatori Codici ha avviato una battaglia legale contro il Pirellone. Davide Zanon, segretario lombardo dell'organizzazione, ha mandato una diffida all'assessore regionale alla Mobilità, Alessandro Sorte, in quanto «prima di riaffidare il servizio, doveva (in base alla legge 244) consultare le organizzazioni dei consumatori e degli utenti. E invece non lo ha fatto». Eppure il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, ha sempre difeso la scelta della giunta di rinnovare il contratto a Trenord: «Anche se i suoi risultati operativi non sono pienamente soddisfacenti, confermiamo l'affidamento a Trenord, perché vogliamo mantenere il modello lombardo di una società mista Fnm-Trenitalia ». Dunque, di fronte al bivio permesso dalla normativa nazionale del 2009 (appalto o rinnovo automatico), il Pirellone ha scelto di non procedere con la gara. «È un grave errore, perché il monopolio è nemico di un servizio efficiente», rimarca Balotta. Osserva inoltre che, secondo uno studio di Legambiente, «con treni più puntuali e meno sovraffollati, potrebbero aggiungersi altri 200 mila pendolari agli attuali 670 mila, con un'entrata stimata in ulteriori 100 milioni».