L'elaborazione di Isfort, Audimob - Osservatorio sui comportamenti in mobilità degli italiani

Città metropolitane: mobilità, crisi e cambio modale

Città metropolitane: mobilità, crisi e cambio modale

Riceviamo e pubblichiamo l'approfondimento di Isfort su scelte e possibili cambiamenti per la domanda di mobilità dei cittadini delle città metropolitane (Legge Delrio – n.56 del 7 aprile 2014 “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni”)

Sul bollettino "Le fermate sulla mobilità" n.21 di Audimob, l’analisi dei dati riguarda un approfondimento su scelte e possibili cambiamenti per la domanda di mobilità dei cittadini delle città metropolitane.   Il percorso in discesa della domanda di mobilità su base nazionale segnalato, nelle precedenti fermate, colpisce anche le città metropolitane.   Il calo, per nulla marginale e logica conseguenza della recessione economica, è evidenziato da una forte riduzione delle persone che, in un giorno medio feriale, escono di casa. Infatti tra il 2008 e il 2013 la percentuale di residenti che non effettuano spostamenti aumenta mediamente del 9,3% nelle città metropolitane e del 10% nei comuni capoluogo.   Osservando la serie storica, la flessione della curva subisce un crollo soprattutto negli ultimi due anni e nel 2013 si registra il dato più critico: un cittadino su quattro preferisce restare tra le mura domestiche (Graf. 1).   Le province di Bologna e Firenze sono le uniche in controtendenza infatti nel 2013 la quota di persone mobili supera di poco l’84%. All’inizio la crisi economica sembra non incidere sulla domanda complessiva di mobilità dei residenti nelle città metropolitane dove Graf. 2 si rileva una quota percentuale di popolazione mobile intorno all’86% (2008-2010) e un’alta media di movimenti giornalieri che supera i 3 spostamenti pro-capite.   Nel 2011, invece si osservano i primi segnali di cambiamento: il numero medio di spostamenti in un giorno feriale scende sotto i 3 punti attestandosi intorno ai 2,7 e rimane stabile nei due anni successivi, con l’eccezione di Venezia che raggiunge quota 3 nel 2013.   Continua a leggere sul pdf.
 

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