Il rivenditore incastrato dalle verifiche effettuate dall'azienda sui numeri di serie dei buoni viaggio

Smercia 36mila bit clonati, tabaccaio-falsario condannato a un anno

Smercia 36mila bit clonati, tabaccaio-falsario condannato a un anno

LA SENTENZA / È ASCCUSATO DI APPROPRIAZIONE INDEBITA, UN COMPLICE GLI AVEVA FORNITO LA VIDIMATRICE

CON la collaborazione di un dipendente infedele della cooperativa giornalai e tabaccai, che gli forniva le macchinette emettitrici aziendali dell'Atac, aveva messo in piedi un raggiro quasi perfetto ai danni dell'azienda di trasporto pubblico: era riuscitoa mettere in commercio biglietti dell'autobus autenticati, mettendosi in tasca tutti gli utili derivati dalla vendita.     Ben 36mila ticket originali venduti nella sua tabaccheria e messi in circolazione in barba alla municipalizzata dei trasporti. L'imbroglio, però, è durato solo qualche mese e un tabaccaio romano, L.R.F.F., è stato denunciato e poi spedito a processo con l'accusa di appropriazione indebita.   Due giorni fa il giudice del tribunale penale lo ha condannato ad un anno di reclusione ed a una multa di 600 euro.I danni per l'Atac, che si è costituita parte civile nel processo, saranno stabiliti in sede civile.   Il socio nel raggiro, il dipendente della cooperativa giornalai e tabaccai, che aveva il compito di gestire la manutenzione dei Pos, le macchinette emettitrici date in uso ai rivenditori, è già stato condannato in abbreviato.  
Il fatto risale alla metà del 2008. Il tabaccaio, grazie all'aiuto del dipendente infedele della Cooperativa giornalai e tabaccai, aveva messo in piedi un sistema molto articolato. Invece di rilasciare i biglietti dalla macchinetta emettitrice, il pos, data in uso alla sua ricevitoria – ogni rivenditore ha infatti un unico pos – avrebbe messo in circolazionei ticket attraverso 21 pos diversi: tali macchinette, infatti, erano state messe a sua disposizione da un dipendente infedele della cooperativa – la società aveva in concessione dall'Atac la manutenzione degli stessi pos e, quindi, il dipendente ne aveva la disponibilità.   In questo modo, il tabaccaio è riuscito a mettere in circolazione i biglietti, fornendo una provenienza diversa rispetto alla sua. E, soprattutto, intascando l'intero importo dei 36mila biglietti, senza far sapere nulla ad Atac.  
L'imbroglio, però, è durato poco: al settore Security dell'Atac, infatti, è arrivata una segnalazione, dalla direzione bigliettazione, di una discrepanza tra il numero dei biglietti vidimati dai passeggeri del trasporto pubblico e i ticket emessi dalle strutture convenzionate: tabaccai, giornalai, ricevitorie e bar. Nel conteggio finale statistico c'era una differenza di oltre 30mila biglietti timbrati. In pratica, i ticket obliterati erano più di quelli emessi.  
La cosa non è andata giù all'azienda, che per tutta risposta ha dato avvio ad un'indagine interna. Gli 007 hanno passato al setaccio tutte le matrici dei biglietti obliterati in quel periodo e si sono resi conto che alcuni ticket erano stati emessi da pos non in esercizio – quelli forniti all'imputato dal dipendente infedele che, in realtà, li avrebbe dovuti fornire ai rivenditori solamente in caso di guasto.A quel punto il gioco era fatto: tutti i biglietti provenienti dai 21 pos non in esercizio erano stati attivati con la tessera dello stesso esercente.

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