L’assegnazione dei servizi taxi deve inoltre garantire l’ indifferenziazione della stessa tra i singoli operatori licenziatari (o fra un gruppo di essi facente capo ad una stessa struttura economica) di modo che sia sempre individuato il taxi più vicino o comunque con le caratteristiche più idonee alle esigenze dell’utente
Con 21 voti favore (centrosinistra e Popolari per la Liguria) e 3 contrari (FI, Liguria Libera) è stata approvata una variazione al bilancio 2015 della Regione Liguria che prevede anche un passaggio destinato a far discutere sulla “vicenda Uber”, in cui viene modificata la legge regionale 25/2007 («Testo unico in materia di trasporto di persone mediante servizi pubblici non di linea») rendendo, in pratica, il servizio illegale in Liguria. La variazione, infatti, inserisce la previsione che i regolamenti comunali – per quanto riguarda la prenotazione e l’assegnazione dei servizi di taxi e il noleggio di auto con conducente – devono rispettare le vigenti normative statali e regionali. In particolare l’ assegnazione o la prenotazione dei servizi è diretta esclusivamente in favore dei soggetti in possesso di regolare licenza o autorizzazione che osservino le disposizioni in materia di lavoro. I tassisti: «Un provvedimento che tutela il servizio che svolgiamo» «Mi compiaccio che sia stata la Regione Liguria a prendere coscienza dell’illegalità del sistema Uberpop prendendo una decisione in seno a un provvedimento legislativo che tutela il servizio che svolgiamo». Così Valerio Giacopinelli, di Fita Cna, commenta la norma contenuta nelle modifiche alla legge finanziaria 2015 della regione Liguria, secondo la quale la prenotazione e l’assegnazione dei servizi di taxi e il noleggio di auto con conducente devono rispettare le vigenti normative statali e regionali. «La categoria ha accolto questo come un primo segnale di credibilità nei confronti delle istituzioni. In questi sei o sette mesi avevamo visto poca sensibilità ma, a quanto pare, ci eravamo sbagliati. Adesso speriamo che si vada a una definizione per stabilire una volta per tutte – conclude Giacopinelli – che questo servizio è illegale».