“Nello specifico, l’Avvocato Piazza sottolinea come il decreto legge n. 90 del 24 giugno 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 114 dell’11 agosto 2014, non può trovare applicazione nei confronti di Atac per due ordini di motivi. Anzitutto Atac, come in generale le società partecipate o in house, non è compresa tra le pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del d.lgs 165/2001. L e società a partecipazione pubblica sono, infatti, pur sempre soggetti formalmente privati che mantengono una struttura autonoma e distinta rispetto all’organizzazione pubblicistica dell’ente pubblico che ne è socio. In secondo luogo, Atac non rientra tra i soggetti compresi nell’elenco che l’Istat redige e aggiorna annualmente ai sensi dell’art.1, comma 2, della legge n. 196 del 31 dicembre 2009. Tale elenco – spiega Improta – viene redatto proprio al fine di garantire una corretta applicazione di quelle disposizioni in materia di contenimento della spesa statale finalizzate al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale. Questa modalità di individuazione delle amministrazioni soggette alla normativa da applicare è stata spesso utilizzata dal legislatore. La stessa Corte dei Conti ha osservato che ‘tale tecnica consente di determinare chiaramente se un organismo sia annoverabile all’interno della pubblica amministrazione attraverso la semplice verifica della presenza in detto elenco’”.
 
“Sulla base di questo ulteriore autorevole parere legale, che siamo ovviamente disponibili a mettere a disposizione dei parlamentari che si sono interessati alla vicenda, possiamo essere certi, dunque, della legittimità della nomina di Francesco Micheli a Direttore Generale di Atac. Colgo l’occasione – conclude Improta –  per rinnovare i migliori auguri di buon lavoro al dott. Micheli, che è chiamato ad una sfida molto impegnativa cui guarda la città intera: riorganizzare la più grande azienda nazionale di trasporto pubblico locale”.