Il parere dell'organo rivoluziona la legge. Ora la palla al Governo. Riportiamo l'articolo di Nicola Palma per QN - Il Giorno

Per i tassisti milanesi l’Authority «promuove» Uber Pop

Per i tassisti milanesi l’Authority «promuove» Uber Pop

Una lunga serie di modifiche alla legge sul trasporto pubblico non di linea. L'obiettivo dichiarato dell'Authority Trasporti: aumentare la concorrenza e ringiovanire una norma ormai vecchia di 23 anni. La lettura dei tassisti: «Un favore a Uber»

Dopo le audizioni dei mesi scorsi, la scorsa settimana l'organismo con sede a Torino ha emesso il suo parere (datato 21 maggio), o meglio l'atto di segnalazione al Governo e al Parlamento su taxi, noleggio con conducente e servizi tecnologici per la mobilità.   Un parere non vincolante, certo, ma che sicuramente giocherà un ruolo importante se e quando l'esecutivo o le Camere decideranno di rimettere mano alla 21 del 1992. Ecco cosa ci dovrebbero aggiungere, secondo il testo approvato dal Consiglio dell'Autorità presieduto da Andrea Camanzi.   Partiamo dagli NCC: l'Authority consiglia ai politici di eliminare «l'obbligo posto a carico degli esercenti del servizio di fare ritorno in rimessa alla fine di ogni singolo servizio reso, che non consente lo svolgimento dell'attività secondo criteri di efficienza ed economicità». Passiamo poi alla galassia delle app, definite «nuove forme di mobilità che si svolgono grazie ad applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l'interconnessione dei passeggeri e dei conducenti». Ed è questo il piatto forte della riforma «suggerita».   Al di là degli obblighi legati alla registrazione nella regione «ove è svolto il servizio», all'assicurazione e alla trasparenza su tariffe e controlli, l'Authority introduce l'inedita figura del «conducente non professionale». Quali caratteristiche deve avere? Più di 21 anni, patentato da almeno 3 (e senza provvedimenti di sospensione del documento di guida) e al volante di un'auto di proprietà sua o di un parente di primo grado immatricolata da non più di 7 anni. Apriti cielo! Sì, perché questi sono proprio i paletti imposti da Uber ai driver che intendono caricare clienti a prezzi low cost con l'app Pop. «Il conducente privato chiude Camanzi dovrebbe essere un lavoratore occasionale, tenuto al rispetto di un tetto massimo di reddito annuale e a un limite di lavoro settimanale non eccedente le 15 ore».   È solo un parere, per carità, ma tanto basta per dar fuoco alle polveri. I padroncini sono furibondi: «È una dichiarazione di guerra sintetizza Giovanni Maggiolo di Unica Cgil . Non c'è alcun margine di trattativa su queste proposte». «Andremo allo scontro rincara Silla Mattiazzi di Uiltrasporti. Non possiamo più aspettare».   La preoccupazione dei conducenti non è legata solo alle possibili modifiche di legge, ma anche alla causa tuttora in corso al Tribunale civile. Dopo la prima vittoria dei tassisti (bloccato Uber Pop), ora si attende il reclamo della società americana (che non risulta ancora depositato), che verrà esaminato da un collegio di giudici della Sezione specializzata in materia d'impresa.   Ovviamente, i legali della start-up punteranno molto sul parere dell'Authority, anche se è bene precisare che l'atto dell'organismo (del tutto simile alle segnalazioni dell'Antitrust non prese in considerazione in sede di udienza) non ha la stessa dignità di un atto avente forza di legge.   Dal canto suo, l'ad di Uber Italy Benedetta Arese Lucini commenta così le conclusioni di Camanzi: «L'Italia sta indicando la strada all'Europa, e sta abbracciando l'innovazione a beneficio di tutti i cittadini». Esulta anche l'Unione Consumatori: «Ora il Parlamento deve reintrodurre nel ddl concorrenza il capitolo sul trasporto pubblico non di linea, accantonato per l'opposizione dei tassisti, accogliendo le proposte formulate dall'Authority». La battaglia è aperta.

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