I nuovi bus protagonisti alla kermesse di Milano
Quella milanese è stata l'ultima edizione, la 61a, dello Uitp, perché quella del 2017, a Toronto in Canada, avrà un nuovo nome: «Global Pubblic Transport Summit». Quella milanese, bella e ricca, ha messo anche in luce come l'evoluzione dei mezzi di trasporto pubblico sia tematica distante dall'interesse dei cittadini-utenti. Il grande assente è stata infatti proprio la gente, al contrario di quanto avveniva nelle altre edizioni – che fosse a Vienna o Ginevra – dove si incontravano anziani e scolaresche desiderosi di capire se quel bus o quel tram avrebbero cambiato volto della mobilità cittadina. Troppo spesso, verrebbe quasi da dire, è più facile protestare perché il biglietto è troppo caro o il bus è vecchio. Peccato, perché analizzando i numeri di Asstra, l'Associazione che riunisce la maggioranza delle aziende di trasporto pubblico del nostro Paese, si scopre che queste aziende, 958 di cui 700 che svolgono servizio Tpl, trasportano oltre 5,3 miliardi di passeggeri l'anno, 14,5 milioni al giorno, con un fatturato di 9,6 miliardi. Considerazioni su uno Uitp nel segno dell'elettrico, l'autobus del domani, declinato in modi differenti, ma che parte dalla necessità del "pulito". Mezzi green per città green, dove gli stranieri fanno la parte del leone mentre le aziende italiane, se non sparite, tentano un rilancio che non sarà però a breve. Nell'urgenza di rinnovare molti parchi mezzi che vanno ben oltre l'età media europea. E poi non solo bus, ma pure tram e treni: qui le italiane ci sono, Alstom e Bombardier fanno bella mostra. E proposte. Alstom, ad esempio, lancia Attractis, innovativo sistema tranviario integrato per città in espansione. Ma pure SRS2, rivoluzionaria soluzione di ricarica a terra sia per i tram sia per i bus elettrici. Ma c'è il settore ferroviario in sofferenza: «Situazione difficile – ammette Pierre Louis Bertina, Ad di Alstom Italia -. A maggio abbiamo avviato la cassa integrazione per tutti i dipendenti un giorno alla settimana. E a metà 2016 finiremo le consegne dei regionali per Trenitalia. A mio avviso serve una visione più ampia – annota Bertina – sui volumi che servirebbe anche alla Regioni, con un'azienda nazionale che faccia acquisti di treni in blocco per poi noleggiarli per periodi di circa 30 anni a condizioni uguali per tutti». Anche Bombardier sta alla finestra in attesa di tempi migliori. «Le amministrazioni pubbliche sono sempre alla ricerca di soluzioni per la mobilità che siano sostenibili, economiche e intelligenti e Bombardier ha una chiara visione del trasporto pubblico – afferma l'Ad Luigi Corradi -. Per l'Italia puntiamo su un nuovo prodotto di treno regionale a due piani, l'Omneo, sviluppato sulla base delle nostre esperienze sui treni regionali in Europa. Oltre ad essere adatto al mercato italiano, consentirebbe di rilanciare la produzione dello stabilimento savonese di Vado Ligure». E nel settore bus e tram, ecco Primove, tecnologia di ricarica senza fili che Bombardier sta proponendo alle amministrazioni italiane: «Siamo convinti che questa soluzione possa determinare una svolta fondamentale nella mobilità sostenibile delle nostre città».