La società che gestisce il servizio nel Casertano è stata colpita da un'interdittiva antimafia, il prefetto di Napoli accoglie la richiesta di Cantone e applica l’art. 32 della legge 114
I lavoratori ex Acms Caserta scrivono e chiedono ai Commissari una gestione solare e limpida, poiché a distanza di 19 mesi dall’interdittiva antimafia che ha colpito Clp, la società che dal 2012 gestisce il trasporto pubblico locale in Terra di Lavoro nonostante la legge Reg. CE n. 1370 del 23 Ottobre 2007, dal prefetto di Napoli Gerarda Maria Pantalone, d’intesa con il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, hanno infatti nominato due amministratori straordinari Dott.ri Molisso – Armonioso che avranno il compito di rilevare e gestire i contratti affidati all’azienda di proprietà della famiglia Esposito, incaricati di provvedere direttamente alla “straordinaria e temporanea gestione dell’impresa appaltatrice”. Per i sindacati "La gestione straordinaria non sortisce a tutt’oggi effetti positivi", all’epoca l’assessore regionale ai trasporti Dott. Sergio Vetrella, rispose che "lo scioglimento del vincolo contrattuale non è automatico, poiché il codice antimafia prevede che, in caso di fornitura di beni e servizi essenziali, qualora il soggetto non sia sostituibile in tempi rapidi, l’interesse pubblico sotteso ai poteri interdittivi antimafia può essere giustamente sacrificato, ove stringenti ragioni di opportunità e convenienza per gli affidatari lo richiedano." Per Salvatore Nocerino "Siamo alle solite proclamazioni da parte delle istituzioni o loro gestori (mancano emolumenti Maggio e 2 mesi di Ticket), ma noi lavoratori soggetti a tanti sacrifici (carichi di lavoro eccessivo, doppie mansioni non retribuite, mancati rispetti contrattuali, mancate concessioni di ferie, turni di lavoro stressanti e fuorilegge, mancato rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro etc.) siamo sempre più stanchi di bluff, bugie, nefandezze e chi più ne ha più ne metta".