Inas per la Gazzetta del Sud ha affrontato il tema delle malattie professionali derivanti da vibrazioni. I principali settori produttivi in cui vengono utilizzate macchine e/o veicoli che possono comportare un aumento del rischio di disturbi e patologie da esposizione a vibrazioni sono quello dei servizi di trasporto e di pubblica utilità (autobus, pullman, camion articolati e non, treni, mezzi meccanici di sollevamento e trasporto nelle attività portuali, autovan, altri sistemi di trasporto su strada o rotaia).
Interessati i lavoratori che svolgono attività a bordo di mezzi di trasporto o di movimentazione Il tema delle malattie professionali è molto ampio così come è articolata la tutela delle stesse. Sono malattie professionali o malattie del lavoro, quelle patologie la cui causa è da ricondurre all'attività lavorativa o all'ambiente di lavoro nel quale viene svolta. La tutela assicurativa obbligatoria delle malattie professionali opera attraverso un sistema " misto " che prevedela distinzione tra malattie tabellate e malattie non tabellate. Le malattie professionali tabellate sono quelle patologie indicate in apposite tabelle che riportano le malattie riconosciute per legge come professionali, laddove convergano sia la patologia che la professione svolta, anch'essa indicata in tabella; o insorte entro un determinato periodo dalla cessazione dell ' attività rischiosa (cosiddetto "periodo massimo di indennizzabilità " ). Dunque, una volta provato di essere stati adibiti ad una lavorazione tabellata, e l'esistenza della malattia anch'essa tabellata – la cui manifestazione sia verificata nel termine massimo di indennizzabilità dalla cessazione dell ' attività a rischio, è la legge stessa a stabilire che la malattia è di origine professionale. Tale principio è detto " presunzione legale d'origine " . In questo caso, il lavoratore è sollevato dal dover dare prova dell'origine professionale della patologia sofferta. Spetterà all'Inail dimostrare eventualmente che la malattia sia stata invece determinata da cause extraprofessionali e che, pertanto, non sia indennizzabile. Le malattie professionali non tabellate non sono presenti nelle tabelle, ma ciò non toglie che la loro origine professionale possa essere ugualmente riconosciuta dall ' Inail e indennizzata. In tale ipotesi, l'onere di dimostrare la natura professionale della patologia grava sul lavoratore, che dovrà fornire prova circa il nesso causale tra la malattia sofferta e l'attività lavorativa svolta. Una volta ottenuto il riconoscimento della malattia professionale da parte dell ' Inail, le prestazioni sono identiche In Europa tra il 4% e il 7% della forza lavoro è esposta a vibrazioni di elevata intensità sia che si tratti di patologia tabellata o meno. Malattie della colonna vertebrale causate da vibrazioni. Le attività lavorative svolte a bordo di mezzi di trasporto o di movimentazione quali ruspe, pale meccaniche, trattori, autobus, carrelli elevatori, camion, ecc., espongono il corpo a vibrazioni o urti che possono risultare nocivi per i soggetti esposti. Studi epidemiologici dimostrano che i conducenti e gli operatori che lavorano in posizione seduta in un macchinario mobile (veicoli e macchinari edili e per la movimentazione merci, trattori agricoli, autocarri, gru a ponte, ecc.) sono più soggetti a sviluppare mal di schiena – localizzato nella parte bassa della colonna vertebrale e sciatica prima di altre categorie di lavoratori. L'esposizione occupazionale agli urti – trasmessi al corpo attraverso il sedile e il pavimento – e gli elevati livelli di vibrazioni provocate da macchine e/o veicoli industriali, agricoli e adibiti al trasporto pubblico sono associate ad un aumentato rischio di insorgenza di disturbi e lesioni alle vertebre e ai dischi intervertebrali e a carico del rachide lombare. Il "mal dei trasporti" . È stato stimato che in alcuni paesi dell'Unione Europea, tra cui l'Italia, una frazione compresa tra il 4 ed 7% della forza lavoro è potenzialmente esposta a vibrazioni di elevata intensità trasmesse a tutto il corpo. Il rischio da vibrazioni è presente in molte attività lavorative, quali la guida dei mezzi di trasporto, negli ultimi anni, si è registrato nei conducenti di veicoli industriali e di mezzi di trasporto pesanti, un forte aumento di patologie quali lombalgie e lombosciatalgie, alterazioni degenerative della colonna vertebrale, discopatie ed in particolare, delle ernie discali lombari e/o lombosacrali. L'ernia discale lombare è una patologia della colonna vertebrale che provoca comparsa di forte dolore – localizzato prevalentemente nella parte bassa della schiena – ed inefficienza nella vita quotidiana ed in quella lavorativa. Unitamente all ' esposizione a vibrazioni meccaniche, diversi fattori ergonomici possono dar luogo a questi disturbi; infatti, i movimenti di rotazione e torsione del capo, i movimenti ripetitivi del sistema mano-braccio-spalla per azionare i comandi dei veicoli, ripetuti nel tempo, per mesi ed anni, possono provocare lesioni alla colonna vertebrale e al rachide e, quindi, determinare l'insorgenza di patologie dorso-lombari. Per questa ragione, l'ernia discale lombare è chiamata "mal dei trasporti". Inoltre, alcune categorie di autisti, come gli addetti a lavori di trasporto commerciale, possono svolgere attività di sollevamento e spostamento di carichi manuali che rappresentano un ulteriore fattore di stress per il tratto lombare della colonna vertebrale.