Prosegue il pressing dei lavoratori dell'Industria italiana autobus nei confronti del governo per sollecitare il mantenimento degli impegni assunti nell'intesa che ha portato alla costituzione di un polo unico nazionale di produzione degli autobus
Le maestranze di valle Ufita auspicano un intervento deciso del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio de Vincenti che, nel suo ex incarico di vice ministro allo sviluppo economico, è stato tra i principali artefici dell'accordo per la reindustrializzazione dello stabilimento irpino. Ma gli addetti della ex fabbrica della Cnh industrial sono pronti a chiedere pure l'impegno del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Del Rio. I lavoratori vorrebbero incontrare il titolare del Dicastero di piazzale di Porta Pia in occasione della sua imminente visita in Irpinia, prevista per il 13 luglio, per un confronto sull'Alta Capacità. Per questo, hanno sollecitato ed ottenuto l'impegno del parlamentare del Partito Democratico Luigi Famiglietti che avrebbe assicurato la possibilità di un faccia a faccia a Grottaminarda.
Le maestranze di valle Ufita hanno già predisposto un documento – per il quale attendono la condivisione dei colleghi di Bologna – da presentare al Ministro per le infrastrutture ed i trasporti. A Del Rio sono pronti a chiedere un duplice impegno: un intervento nei confronti del presidente dell'Asstra, l'associazione datoriale delle aziende di trasporto pubblico locale in Italia, e un impegno formale a finanziare il piano nazionale dei trasporti. L'auspicio degli ex dipendenti della fabbrica di valle Ufita è quello di ottenere – attraverso l'intervento del Ministro nei confronti del presidente dell'Asstra Massimo Roncucci – una parità di trattamento tra la Industria italiana autobus e gli altri grandi gruppi del settore. I rappresentanti del consiglio di fabbrica sono pronti a sottolineare – attraverso la missiva che sarà consegnata a Del Rio – come il bando dell'Atac di Roma – che, di fatto, esclude la partecipazione della Industria italiana autobus – rischia di rappresentare un pericoloso precedente. «La società di trasporti di Savona – spiega la delegata della Fiom Cgil Silvia Curcio – sarebbe pronta a seguire l'esempio dell'Atac e della Cotral. La Industria italiana autobus non chiede, come pure succede nella gran parte dei Paesi europei, un impegno del governo finalizzato ad ottenere l'affidamento di una parte delle gare, ma sollecita, quanto meno, la possibilità di essere messa nelle condizioni di partecipare ai bandi».
Le maestranze sono pure pronte a mettere sul tavolo la necessità di riaprire la discussione sul finanziamento del piano nazionale trasporti. «I circa settecento milioni annunciati per il settore – aggiunge Silvia Curcio – sono stati ridotti ad appena duecento milioni, troppo poco per un governo che ha formalmente ammesso la volontà di puntare sul comparto, tanto da favorire la nascita di un polo unico nazionale per la produzione di autobus». In attesa della conferma di un appuntamento con il titolare del Dicastero delle infrastrutture e dei trasporti, gli addetti hanno chiesto – attraverso il deputato di Sel Giancarlo Giordano, unico rappresentante della deputazione irpina presente al confronto del centro sociale Samantha della Porta – la possibilità di coinvolgere nella partita nuovamente De Vincenti, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Il deputato di Sel ha inoltrato il documento di sindacati e lavoratori a tutti i colleghi delle due camere del Parlamento per sollecitare un incontro unitario con De Vincenti. Giordano ha chiesto una risposta entro la giornata odierna per favorire la convocazione di un appuntamento in tempi rapidi. «Bisogna dare la possibilità – si legge nella missiva indirizzata a De Vincenti – la possibilità all'unica azienda del settore di essere forte in Italia e competitiva all'estero. Chiediamo, inoltre, di rendere più snello l'iter burocratico del bando di Invitalia, ma anche un impegno maggiore, con investimenti per il settore del trasporto pubblico su gomma, ricordando che è strategico non solo per il territorio locale, ma, soprattutto, per l'economia nazionale».