Sospiri accusa D’Alfonso e critica la fusione
“Pescara è stata estromessa, senza troppi complimenti, dai ruoli di governance in seno alla neonata Società di Trasporto Unica Abruzzese (Tua). Nonostante il capoluogo adriatico abbia contribuito in modo determinante alla costituzione della Società, mettendoci la Gtm con tutto il suo patrimonio, in termini di bilancio in attivo e di strutture, il Governatore D’Alfonso ha ritenuto di non dover dare una rappresentanza alla città in seno al Consiglio d’Amministrazione, una decisione incomprensibile, oltre che lesiva degli interessi e della dignità dell’intero territorio, che, d’ora in avanti, dovrà subire qualunque decisione venga assunta su un tema tanto delicato, quanto quello della riorganizzazione del trasporto pubblico, senza avere alcuna voce in capitolo, né poter incidere, attraverso un proprio rappresentante, sulle scelte. Tutto questo non fa che confermare quanto fosse sbagliata l’operazione di accorpamento delle tre società di trasporto pubblico, contro la quale io da solo ho votato convintamente contro”. A dirlo è il capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri, con i consiglieri comunali di Forza Italia Fabrizio Rapposelli, Marcello Antonelli e Vincenzo D’Incecco. “Se il buongiorno si vede dal mattino, per Pescara, in tema di trasporto pubblico, si annunciano tempi molto duri, e già si avvertono i primi danni prodotti dalla dismissione della Gtm” hanno spiegato il capogruppo Sospiri e i consiglieri di Forza Italia in una nota congiunta “che è stata un patrimonio della città e che ha sempre garantito un bilancio in attivo e un servizio sufficiente a costi sopportabili”. “In sei anni è stato ammodernato il 50 per cento del parco auto, con l’acquisto di mezzi a metano, e non più a gasolio, che hanno garantito un risparmio enorme in termini di consumi: sono stati acquistati 37 nuovi autobus, due pullman da 18 metri, impiegati sulla via Nazionale, e 12 bus da 10 metri, per il quartiere di Pescara colli, avviando anche la sperimentazione dei bus a metano nelle tratte extraurbane. Un ammodernamento di mezzi, tra l’altro, avvenuto utilizzando esclusivamente fondi europei. Peraltro la Gtm eè riuscita anche ad abbattere il costo del personale sulla spesa complessiva dell’azienda”. Purtroppo – rileva Forza Italia – questo glorioso passato è destinato a essere sepolto sotto un’operazione finanziaria-contabile voluta dal Presidente D’Alfonso, un’operazione che, con il pretesto di istituire un sistema di trasporto unico regionale, serve solo a fronteggiare la nuova ondata di tagli dei trasferimenti nazionali nel settore trasporti, per 10 milioni di euro, tagli che avrebbero determinato il collasso non per la Gtm, ma per altre società. Il governo D’Alfonso, che si e’ infatti limitato ad accorpare tre distinte società di trasporto pubblico locale, senza alcuna riorganizzazione, spera così di riuscire a chiudere toppe di qua e di là, con il pretesto che una società unica avrebbe garantito il taglio dei costi della politica, l’ottimizzazione delle gare per la fornitura dei servizi, e un miglior impiego del personale. In realtà già in consiglio regionale, dove solo io ho votato contro l’operazione, abbiamo dimostrato che così non sarà, a partire dai costi della politica, ossia i costi del Consiglio d’amministrazione; al contrario l’unico effetto della fusione sarà l’aumento del 5 per cento del prezzo dei biglietti, a carico dell’utenza, senza cancellare i costi degli affitti, visto che la società unica avrà sede a Chieti, dove, appunto, la Regione paga un canone di locazione, anziché a Pescara, dove c’è una sede di proprietà che almeno avrebbe garantito un contenimento dei costi. Ma oggi c’è di più” hanno sottolineato gli esponenti di Forza Italia e il capogruppo regionale Sospiri “ufficializzati i componenti del Cda della Tua, il governatore ha scoperto le sue carte, estromettendo completamente Pescara dai vertici decisionali della Tua. Il Capoluogo adriatico non ha un proprio rappresentante, quindi dentro la Tua siamo stati costretti a mettere il nostro patrimonio, le nostre risorse, il nostro know how, ma non abbiamo il diritto di voce. E tutto questo avviene, ancora una volta, nel complice silenzio dei vertici amministrativi della città, sindaco in testa, e dei sindacati, che a breve dovranno rendere conto ai lavoratori del proprio operato”.