All’MLove la città diventa un caso di studio
"Non è facile trasformare una città del 12esimo secolo in una smart city, Milano non è Singapore o Seoul”. A parlare è Marco Massarotto, fondatore dell’agenzia di comunicazione digitale Doing e portabandiera dei successi milanesi all’MLove, il festival delle smart city di Amburgo. “A differenza delle metropoli asiatiche, la città meneghina ha un passato e non può essere ricostruita da zero”, sottolinea Massarotto prima di lasciare la parola a Antonio Bisignano dell’Assessorato mobilità del Comune di Milano. Perché se c’è un aspetto che presenta Milano come una vera smart city è proprio la mobilità. Nella città meneghina troviamo 51 auto per abitante, una cifra enorme se comparata, per esempio, alle 31 di Londra. In Italia l’auto è vista come un diritto fondamentale e la risposta della città per limitarne l’uso urbano si è mossa più fronti. Prima di tutto c’è stato il car sharing, che oggi conta sulle 300mila iscrizioni. Da giugno poi il servizio è stato esteso a 25 altre città nell’area metropolitana e sempre nello stesso mese è partito Share’n go, il car sharing 100% elettrico che ha già totalizzato 3.500 iscritti in due settimane. “La vittoria di Milano è stata vedere il car sharing come un servizio complementare e non come un’offerta a sé stante. Le auto a noleggio vanno a integrare i servizi pubblici, non li sostituiscono. Dopotutto non vogliamo portare più macchine in centro ma limitarne l’uso”, racconta Bisignano a Wired.it. In quest’ottica arrivano anche 120 scooter a benzina che aprono la strada al motorbike sharing. “Il problema in questo caso è la sicurezza”, prosegue, “Noleggiare un motorino dopotutto non è come noleggiare un auto e per questo prevediamo dei corsi gratuiti per gli utenti, soprattutto i più giovani”. A settembre poi entrerà a pieno regime muoversi.milano.it, portale che offre due tipi di servizi: da una parte abbiamo un servizio di mobilità integrato, che ci porta da una parte all’altra del comune prendendo in considerazione mezzi pubblici, bike sharing e car sharing. Ma non solo. “Con il portale vogliamo rendere più facile la vita ai cittadini, offrendo degli sportelli virtuali”, nota Bisignano. Per richiedere i permessi di carico e scarico o per invalidi non sarà più necessario andare al Comune. Si potrà fare tutto online. Essere smart però non significa fermarsi ai giovani. “La nostra grande sfida è far muovere gli anziani”, afferma Bisignano. Se ci pensiamo a oggi il mondo smart è pensato per i giovani, al massimo per i 40-50 enni e lascia fuori una grande fetta di popolazione. “Secondo una ricerca gran parte degli anziani che vivono fuori dalla città non vengono in centro da anni”, sottolinea il politico, “Noi dobbiamo fare in modo che anche loro abbiano l’opportunità di uscire in sicurezza dal proprio quartiere, di muoversi in libertà”. Perché la smart city per essere davvero intelligente deve considerare tutti altrimenti lo è solo a metà.