Rispetto a dieci giorni fa la posizione dell'azienda, anche nei confronti delle banche, appare migliorata. A favore della nuova gara gioca il contratto di servizio che è stato protocollato in via Prenestina proprio l'11 settembre e che ha garantito ad Atac oltre 500 milioni di euro di fondi comunali da qui fino al 2019
Dopo il fallimento della gara da 700 bus per assenza di proposte valide, i vertici della municipalizzata dei trasporti sono al lavoro per indire un nuovo bando. Dieci giorni fa, subito dopo avere saputo che la maxi-gara era andata deserta, si era pensato a una procedura per 100 mezzi da far partire il prima possibile, in modo da avere i nuovi pullman a disposizione entro i primi mesi del Giubileo. Nelle ultime ore invece si sta facendo largo l'idea di un bando più ampio. Più limitato rispetto a quello andato deserto l'11 settembre, ma comunque corposo: circa 250 navette (forse anche qualcosa in più), di cui 100 da avere entro fine marzo. Accorciare i tempi d'altronde è impossibile, dato che l'azienda deve passare per forza da una gara europea. Anche con i tempi di assegnazione dimezzati concessi dal Cdm dello scorso 27 agosto, la gara non potrà essere completata prima della fine di novembre. E ai fornitori serviranno, da prassi, almeno quattro-cinque mesi per riuscire ad allestire il parco mezzi richiesto.
Nel frattempo si lavora a soluzioni tampone. Entro l'inizio del Giubileo dovrebbero arrivare sulle strade della Capitale 20 nuovi bus dell'Iveco che erano stati ordinati dalla Roma Tpl per le linee periferiche e che invece (nel piano a cui sta lavorando l'assessore ai Trasporti, Stefano Esposito) dovrebbero passare in dotazione all'Atac. Ma il rinnovamento del parco mezzi passa quasi tutto dalla nuova gara, che prevede l'ordine di bus da 12 e 18 metri. Lo schema definitivo del nuovo bando ancora non c'è. Alla bozza stanno lavorando il direttore generale Francesco Micheli e l'amministratore delegato Danilo Broggi. Esposito ha già comunicato che, prima del passaggio in cda, vuole avere l'ultima parola. Una cosa è certa: rispetto alla vecchia gara andata deserta sarà sforbiciato, e non di poco, il totale dei mezzi da ordinare. Non perché ad Atac non servano 700 nuovi pullman, ma perché nelle condizioni finanziarie in cui versa l'azienda (nel 2014 ha accumulato un passivo da 140 milioni di euro ed è già in rosso di 60 milioni nel 2015) sarebbe difficile mandare in porto l'operazione con numeri troppo grandi.
Una delle ragioni per cui la vecchia gara è andata deserta infatti sta proprio nel numero dei bus che Atac avrebbe voluto prendere in leasing: troppi, per un'azienda che si trova ancora nel mezzo di una complicata partita per risanare i propri conti e che il mese scorso ha evitato di portare i libri in tribunale per il fallimento solo grazie all'intervento in extremiis del Campidoglio. In queste condizioni nessun istituto finanziario è stato disposto ad accollarsi il rischio di un'operazione di così grande portata.