Una stazione del metrò: InfraTo intima a Gtt di pagare entro mercoledì una prima tranche di 10 milioni sul debito complessivo di 25 accumulato per l'utilizzo dei binari e delle altre infrastrutture della linea 1
Tra le due società dei trasporti del Comune è tempo di carte bollate. InfraTo, "proprietaria" della metropolitana, diffida Gtt, che gestisce il servizio di trasporto pubblico su Torino. E avverte che se non salderà il debito, più di 25 milioni di euro di canoni non pagati, si partirà con le ingiunzioni. Per disinnescare il problema Gtt dovrebbe versare un acconto, circa 10 milioni di euro, entro mercoledì. Ma è difficile che l'azienda guidata da Walter Ceresa rispetti la scadenza. Attende i soldi (che non arrivano) dall'Agenzia per la Mobilità Metropolitana guidata dal presidente-assessore Claudio Lubatti. Agenzia che riceve i fondi dalla Regione. Un quadro che nasconde la debolezza del settore: in autunno potrebbero arrivare sforbiciate al servizio. «Opagate o passiamo alle vie legali». È questo il messaggio recapitato tramite una diffida da InfraTo, la società che ha la proprietà della linea uno della metropolitana, a Gtt, l'azienda che gestisce il servizio di trasporto pubblico di Torino.
«Vie legali» vuol dire avvio dell'iter per arrivare ad un decreto ingiuntivo.
Il conto complessivo supera i 25 milioni di euro: credito che InfraTo vanta da Gtt. E la società guidata dall'amministratore unico Giancarlo Guiati batte cassa in maniera perentoria, invocando le vie legali se l'azienda di corso Turati non verserà entro fine mese almeno una parte dei soldi dovuti per il canone di utilizzo della linea 1 della metropolitana. Insomma, Gtt per evitare ingiunzioni dovrebbe versare una decina di milioni subito, entro mercoledì. Scadenze che la società, se non arriveranno i soldi dall'Agenzia di mobilità metropolitana presieduta dall'assessore ai Trasporti del Comune di Torino, Claudio Lubatti, non potrà rispettare. Come non ha potuto rispettare le ultime otto rate da poco meno di due milioni. Al di fuori del braccio di ferro tra chi deve dare e chi deve avere, la situazione che si è creata tra InfraTo e Gtt è figlia di un sistema, il trasporto pubblico, che non regge. Da una parte si tagliano i contributi che servono a pagare il servizio prima a Roma e poi in Regione, ma la sforbiciata non è mai pari alla riduzione di corse di bus o delle frequenze dei passaggi di mezzi. E così si creano scompensi finanziari. InfraTo deve riscuotere i soldi perchè ha sul collo i mutui fatti per il tratto di metropolitana inaugurato dieci anni fa: ancora 250 milioni da ridare alle banche per i prossimi vent'anni. E le rate 2015 sono scadute.
Non solo: ci sono anche i conti dei fornitori che stanno lavorando sulla tratta Lingotto-Bengasi, anche se in parte vengono coperti da altre entrate.
Gtt, dal canto suo, aspetta circa 25 milioni di euro dall'Agenzia mobilità metropolitana.
Soldi che non arrivano. Corso Turati ha dovuto far slittare il pagamento degli stipendi dei quasi 5mila dipendenti a oggi e a domani perchè dall'Agenzia sono arrivati in ritardo i fondi. Ma se non ne giungeranno altri, e a stretto giro, sarà impossibile saldare dieci milioni nei tempi richiesti. «Non potevamo fare altrimenti – afferma l'amministratore unico di InfraTo, Giancarlo Guiati – noi i mutui e i fornitori li dobbiamo pagare. Io comprendo tutte le difficoltà del sistema, ma una soluzione si deve trovare». In mezzo c'è il Comune, proprietario al centro per cento sia di Gtt sia di InfraTo. In corso Turati vorrebbero pagare, anche perchè oltre a InfraTo ci sono una serie di fornitori che attendono. La missiva di Guiati genererà un'altra lettera scritta dall'amministratore delegato di Gtt Walter Ceresa diretta all'Agenzia e al presidente Lubatti per sollecitare il pagamento dei fondi. O, meglio, il pagamento puntuale dei chilometri percorsi dai mezzi Gtt. In un anno sono 44 i milioni di chilometri percorsi da bus e tram per le strade di Torino, ma l'Agenzia non riconosce del tutto quello che è stato pattuito e che viene fatturato. Le cifre vengono stornate. Ogni chilometro vale dai 2,5 ai 3 euro per i bus, dai 6,5 ai 7 euro per i tram, a seconda della lunghezza dei mezzi. Poi ci sono 2 euro a chilometro per il metrò, cifra mai riconosciuta in pieno.
Un ammontare complessivo che oscilla intorno ai 210 milioni di compensazioni sui 460 di ricavi dell'azienda che ha chiuso il 2014 con un utile di 2,2 milioni. La cassa è sempre in sofferenza: se non verranno pagati i contributi l'unica soluzione sarà ridurre i chilometri percorsi, andando a tagliare ancora le frequenze nelle ore serali e nei weekend, quando la domanda è minore, come si è già fatto tra il 2012 e il 2013.