La giunta regionale, su proposta dell’assessore ai trasporti Gianni Berrino, ha infatti dato parere positivo alla richiesta della Riviera Trasporti di rimodulazione dei finanziamenti regionali destinati al trasporto pubblico
I fondi ammontano a circa 2 milioni di euro e dovevano servire per l’acquisto di 14 autobus diesel per la zona di Imperia. Andranno invece a “puntellare” quella rivoluzione a idrogeno mai partita (oggetto di polemiche e di esposti, uno anche alla Corte dei Conti) per salvare di fatto l’azienda di trasporto imperiese da un probabilissimo crack finanziario. Se la Regione Liguria non avesse dato parere positivo il rischio per Rt sarebbe stato quello di perdere il finanziamento europeo, con la conseguente restituzione di quanto già percepito. Un rischio che per la casse della Riviera Trasporti equivale a dire tracollo. «Non è una scelta a supporto del progetto autobus a basso impatto, un indirizzo ormai avviato e sul quale non abbiamo avuto ovviamente voce in capitolo – spiega l’assessore regionale ai trasporti Gianni Berrino – ma questa decisione della giunta è l’unico modo possibile per salvare l’azienda dal fallimento e quindi i posti di lavoro». Anche se i bus a idrogeno non hanno mai percorso un centimetro sul territorio imperiese in realtà l’operazione è in piena corsa con il rischio di dover pagare penali per il mancato utilizzo dei fondi europei, configurandosi anche un’ipotesi di danno erariale. «Il mancato finanziamento di Fondazione Carige ha bloccato il progetto “emissioni zero” – continua Berrino – la Riviera Trasporti ha chiesto la ridefinizione del progetto, rinegoziando i termini: si attende per lunedì la risposta della commissione europea. La Carige darà un contributo, seppur minore, ci sarà poi il nostro apporto e limitando la portata del progetto, andando cioè a ridurre numero degli autobus da 5 a 3 e a limitare a mero rifornimento l’approvvigionamento, si riuscirebbe a salvare l’azienda. Ricordo che se la Rt dovesse fallire gli autobus per la provincia di Imperia non li avremmo comunque comprati». La decisione della giunta lascia con l’amaro in bocca i sindacati. «Con il cofinanziamento della Regione si chiude un percorso – dice Giampiero Garibaldi (Cgil), la linea di pensiero è la stessa per Cisl e Uil, più polemici gli aderenti alla Faisa Cisal – mettendo in sicurezza l’azienda. Pur facendo un distinguo a monte sulla scelta scellerata dell’acquisto degli autobus a idrogeno al momento questo salvagente appare come il minore dei mali. Certo, sarebbe stato meglio se la Regione avesse coperto questo capitolo con un finanziamento aggiuntivo e fossero rimasti in campo i denari per l’acquisto dei nuovi bus, ma di questi tempi sarebbe utopico».