FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta commenta i dati del Rapporto ACI-ISTAT sull'incidentalità

Città ancora troppo pericolose, soprattutto per pedoni e ciclisti

Città ancora troppo pericolose, soprattutto per pedoni e ciclisti

FIAB commenta i dati sull'incidentalità presentanti da ACI-ISTAT e richiama all'urgenza verso politiche di sicurezza a partire dagli strumenti già disponibili.

"Gli ultimi dati sugli incidenti stradali diffusi da ACI-ISTAT ci dicono, una volta di più, che nelle nostre città le morti di ciclisti e pedoni sono in aumento e, di conseguenza, è aumentata la mortalità sulle strade urbane. Inoltre, la mortalità degli incidenti della cosiddetta utenza vulnerabile (chi si muove a piedi, in bici o in moto) è pari a quella di chi viaggia sulle quattro ruote, a fronte di una ripartizione modale fortemente sbilanciata verso le auto. Sono numeri che non possono lasciarci indifferenti e che confermano l'importanza di agire celermente e a ogni livello per sostenere politiche che incentivino la sicurezza, in particolare in ambito urbano. Abbiamo già alcuni importanti strumenti e altri sono in via di definizione. E' ora di rompere gli indugi e di passare ai fatti, prima di contare ancora più morti il prossimo anno." E' questo il commento di Giulietta Pagliaccio, presidente FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta, al rapporto ACI-ISTAT sugli incidenti stradali del 2014, presentato settimana scorsa a Roma.

In effetti le anticipazioni della Polizia Stradale sul 2015 annunciano un aumento: il numero di morti al 30 settembre è superiore a quelli dell'intero 2014.

Per quanto riguarda nello specifico la bicicletta, FIAB sostiene che i dati ACI-ISTAT confermano la validità del concetto di safety in numbers, ovvero più ciclisti uguale più sicurezza. Milano e Roma hanno avuto, ad esempio, lo stesso numero di morti in bicicletta ma, avendo Milano una percentuale di spostamenti in bici molto più elevata di Roma, si deduce che circolare sulle due ruote a pedali nel capoluogo lombardo sia meno pericoloso che nella Capitale. Anche il dato di Bologna, con 2 decessi di ciclisti sul totale nazionale di 273, testimonia la validità di scelte virtuose nell'applicazione di specifiche politiche per la mobilità sostenibile – organizzazione del traffico urbano, aree 30km/h, forme di mobilità condivisa, trasporto pubblico potenziato, reti ciclabili protette – di cui il capoluogo emiliano è tra i pionieri in Italia.

Sempre secondo il Rapporto ACI-ISTAT le nostre città registrano la percentuale più alta a livello europeo di mortalità sulle strade urbane (45%).
FIAB ritiene che esistano già strumenti per incrementare la sicurezza nelle città e ridurre gli incidenti mortali come chiede, per altro, la UE nel 4° programma quadro 2011-2020 che ha, tra gli obiettivi, quello di dimezzare il numero delle vittime della strada, individuando, tra le priorità, la sicurezza degli utenti vulnerabili.

Solo un mese fa, durante il 1° Summit Europeo sulla Mobilità Ciclistica, i Ministri dei Trasporti della UE hanno dato vita alla Carta di Lussemburgo, ovvero una Dichiarazione d'intenti e un piano attuativo sulla mobilità ciclistica come modalità di trasporto climate friendly, dove si esorta tutti gli Stati Membri a "riconoscere la bicicletta come mezzo di trasporto paritario rispetto alle altre modalità", per il suo contributo d'innovazione, i benefici per l'ambiente e il clima, quelli per la salute degli utenti, nonché per l'indotto economico.

A livello nazionale FIAB sostiene il lavoro dei legislatori impegnati nell'iter di modifica al Codice della Strada, con la campagna #30elode sul tema della sicurezza nelle città (www.30elode.org) che promuove – anche con il coinvolgimento dei bambini attraverso un concorso – la richiesta di abbassare a 30km/h il limite massimo di velocità in ambito urbano. Esperienze nazionali e internazionali dimostrano, infatti, in modo inequivocabile che la velocità delle auto in città è la prima causa di mortalità per chi va in bici.

"Gli interventi necessari a favore della sicurezza sulle strade vanno esattamente nella direzione della nostra campagna #30elode, nell'incentivazione della mobilità non motorizzata, nella definizione di obiettivi su scala locale, nella promozione della raccolta e diffusione dati (su incidentalità, modal split e politiche attuate) – aggiunge Edoardo Galatola, Responsabile Sicurezza di FIAB. – Vogliamo arrivare all'obiettivo del 20-20-20, come percentuale di spostamenti a piedi, in bicicletta e con il Trasporto Pubblico Locale nelle città del nostro Paese. Un'impostazione condivisa, già nel 2012, dall'allora sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio, oggi Ministro dei Trasporti, in occasione degli Stati Generali della Bicicletta e della Mobilità Nuova, secondo la quale contenere al 40% l'utenza 'a quattro ruote' genera innumerevoli vantaggi per qualunque città: minor traffico, riduzione dell'inquinamento, parcheggi per tutti, libertà di circolazione".

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