Le questioni del lavoro

Ex Irisbus, la riapertura slitta a settembre

Ex Irisbus, la riapertura slitta a settembre

Confronto al Ministero, pronti 25 milioni da Invitalia se la newco aumenterà il capitale

L'azienda Del Rosso: fabbrica ristrutturata a inizio 2016 Il nodo sulla proroga della Cigs Michele De Leo Il percorso per la reindustrializzazione dello stabilimento ex Irisbus di valle Ufita prende il via, ma tempi di riapertura si allungano a settembre prossimo. Un risultato comunque importante, emerso dal confronto di ieri al Ministero dello Sviluppo, per nulla scontato dopo i dubbi sollevati da più fronti istituzionali nelle ultime settimane.   La soddisfazione per l'importante annuncio dell'amministratore unico della Industria italiana autobus, Stefano Del Rosso – «questa è la giornata di valle Ufita» – è accompagnata dalla delusione per i tempi di rilancio dello stabilimento, che si dilatano notevolmente.   Si registra un ritardo importante nella ripresa della fabbrica irpina – di cui lo stesso Del Rosso si assume la piena responsabilità – che non riprenderà l'attività prima del prossimo mese di settembre, oltre un anno dopo le previsioni iniziali. Il cronoprogramma illustrato dall'amministratore unico non contribuisce a superare lo scetticismo delle aspettative, create da annunci troppo affrettati di impegni che, inevitabilmente, non si sarebbero potuti rispettare.   Il cantiere di valle Ufita dovrebbe aprire i battenti solo nel corso della prossima primavera, tre mesi dopo l'ok definitivo di Invitalia, agenzia per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, che non è ancora arrivato. Come conferma il rappresentante Bernardo Mattarella, il placet di Invitalia – che dovrebbe concedere un finanziamento di 25 milioni di euro – è legato ad un aumento di capitale da parte dei soci della Industria italiana autobus – da quattro milioni e mezzo a dieci milioni e 250mila euro – che, Del Rosso assicura, sarà ratificato prima delle festività natalizie.   L'altra novità significativa della giornata riguarda proprio la compagine societaria: Stefano Rampini, della «Rampini spa», entra nel capitale sociale della King Long Italia (a breve dovrebbe cambiare nome presumibilmente a causa della rottura dei rapporti commerciali con la Xiamen King Long) che mantiene il 54% della Industria italiana autobus. Quote minoritarie restano nelle mani di Vinella e della Rossi bus. L'aggiornamento del piano industriale per lo stabilimento di valle Ufita sarà discusso nel corso del prossimo incontro presso il Ministero dello Sviluppo, già convocato per il 12 gennaio. La novità più significativa potrebbe riguardare l'avvio – proprio in Irpinia – della produzione dell'autobus elettrico nato dalla partnership con la Rampini spa che andrebbe ad affiancare altri quattro modelli di nuovi autobus.   Gli annunci dell'amministratore unico autorizzerebbero a guardare al futuro con fiducia. Del Rosso conferma, infatti, l'acquisizione di commesse per la realizzazione di 341 autobus, dei quali 131 già realizzati presso lo stabilimento della ex Breda Menarinibus. La Industria italiana autobus avrebbe – in attesa dell'esito delle prossime gare, su tutte quella dell'Atac di Roma per l'acquisto di una prima tranche di 150 autobus – un portafoglio ordini di 210 mezzi dei quali, considerata la limitata capacità produttiva della fabbrica di Bologna, circa sessanta dovrebbero essere realizzati in valle Ufita a partire dal mese di settembre. Nell'attesa della ripresa produttiva e dell'assorbimento di quasi il 50% delle maestranze della ex Irisbus, i vertici societari hanno l'obbligo di definire il capitolo degli ammortizzatori sociali: il prolungamento non sarebbe a rischio, ma nemmeno scontato.   A riguardo, il consulente aziendale Paolo Stern avrebbe confermato di avere già inviato alla direzione territoriale del lavoro di Avellino la documentazione necessaria all'approvazione del secondo anno di cassa integrazione straordinaria.

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