Questa modifica del contratto – che fa parte dell'accordo firmato la settimana scorsa con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil – sta sollevando un vespaio di polemiche da parte dei sindacati minori
In Atac qualcuno la chiama "clausola anti-sabotaggio": per evitare che possa ripetersi quanto accaduto a luglio, con i ritardi record sulla metropolitana a causa delle centinaia di corse saltate perché i macchinisti, scontenti per la riforma del salario, dichiaravano guasti i treni e li rispedivano in deposito, l'azienda ha deciso di introdurre una modifica nel contratto: se durante il turno di un conducente la percentuale di corse soppresse supera il 9% del totale, il dipendente si vede automaticamente decurtata in busta paga l'indennità di condotta. Un bonus che oscilla tra i 150 e i 250 euro.
Per Renzo Coppini del Sult, «il rischio è che in questo modo i conducenti vengano spinti, pur di non vedersi tagliato lo stipendio a fine mese, a chiudere un occhio sulla sicurezza e a guidare treni che presentano malfunzionamenti». Secondo il Sult, «in questo modo gli utenti potrebbero essere in pericolo».
La clausola introdotta da Atac arriva dopo lo sciopero selvaggio della scorsa estate, che ha rallentato le corse della metro e delle ferrovie urbane per 29 giorni consecutivi: a luglio infatti, i treni «scartati» per guasti sono improvvisamente aumentati del 200% rispetto al mese di giugno. E si è registrato addirittura un + 300% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Secondo la commissione d'inchiesta interna avviata dall'azienda, non è stato un caso: a segnalare i malfunzionamenti infatti sono gli stessi macchinisti, durante le manovre di prova prima di iniziare la corsa. Da regolamento, se trovano problemi, il convoglio deve obbligatoriamente tornare in deposito per essere riparato. È da qui che sono nati i tempi d'attesa monstre. Uno scenario che ora il management Atac vuole a tutti i costi scongiurare. Intanto in azienda resta il caos in vista di Capodanno. Rischiano di saltare infatti i turni straordinari previsti per la notte di San Silvestro, con centinaia di migliaia di persone in giro per la città fino a tardi. Al momento nessun macchinista si è reso disponibile a guidare fino alle 3 di notte. La metro rischia di chiudere subito dopo il countdown, proprio mentre, per la prima volta, si svolgeranno 4 eventi ai capolinea delle metro A e B (Battistini, Anagnina, Laurentina e Rebibbia). «I macchinisti si lamentano di alcune cose – ha detto ieri Gianluca Donati della Fit Cisl – l'eliminazione della "riservata", il treno riservato ai macchinisti a inizio e a fine lavoro; l'eliminazione di alcune indennità; un mancato riequilibrio delle ore di lavoro rispetto a quanto era previsto dal piano industriale. Sono questi i motivi principali per cui potrebbero non dare la disponibilità a lavorare a Capodanno già oltre le 20.30». Paralizzando di fatto la mobilità cittadina. È questo il primo nodo che dovrà provare a sciogliere il nuovo amministratore unico della partecipata dei trasporti, Armando Brandolese. L'ex preside di Ingegneria del Politecnico di Milano, 74 anni, oggi incontrerà in Campidoglio il commissario prefettizio di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca. Più tardi si insedierà nel quartier generale di via Prenestina, per un primo incontro con i dirigenti. Poi, una volta sedutosi nella sua scrivania al sesto piano, dovrà iniziare ad aprire un dossier più spinoso dell'altro.