I lavoratori delle attività ferroviarie hanno il ccnl scaduto da un anno, ma come loro, nel resto del Paese, sono in tanti. Il 2016 sarà un anno cruciale per il rinnovo di molti contratti collettivi di lavoro, in varie categorie. Il punto.
Non solo i trasporti, dove in attesa di un nuovo accordo si trovano i lavoratori delle attività ferroviarie (che fanno parte del comparto mobilità, e hanno il ccnl scaduto da un anno) e del comparto merci e spedizioni. Sono oltre 7,5 milioni i lavoratori cui è scaduto il contratto nazionale, da quelli del pubblico impiego (con i suoi 3 milioni di dipendenti), passando per i metalmeccanici e la grande distribuzione organizzata. Ecco il punto, per capire quanti – e quali settori – sono nella situazione degli addetti alle ferrovie. Si parte dai metalmeccanici: per oltre 1 milione e 600mila tute blu, il ccnl è scaduto il 31 dicembre 2015. Le trattative tra Federmeccanica e Assistal, da una parte, e Fim, Fiom, Uilm dall’altra, sono ufficialmente partite il 5 novembre. Ma sul tavolo ci sono questioni sostanziali da dirimere, a partire dalla composizione del salario e dal ruolo affidato, nell'attribuzione degli aumenti retributivi, alla contrattazione di primo livello (nazionale) o di secondo (aziendale). Le parti si rivedranno il 21 gennaio. Tra le categorie dell'industria, anche oltre 59.000 lavoratori elettrici sono impegnati nelle trattative per il rinnovo del contratto. Il nuovo round tra Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil, da una parte, e Assoelettrica-Confindustria, Utilitalia, Energia Concorrente, Enel, Gse, Sogin, Terna dall'altra è previsto per il 21 gennaio. Mentre l'11 gennaio, sempre a Roma, è la volta del tavolo per il contratto del settore energia e petrolio (37.000 i lavoratori interessati). Con un contratto scaduto il 30 giugno 2015, sono anche gli oltre 20.000 lavoratori dipendenti delle lavanderie industriali, cioè le imprese del sistema industriale integrato di beni e servizi tessili e medici affini (circa 1.000). Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil e Assosistema (l'associazione imprenditoriale di riferimento associata a Confindustria) hanno già messo due incontri in calendario: il 26 gennaio e il 3 febbraio. Richiesta di 100 euro di aumento salariale, invece, per i circa 35.000 dipendenti del settore pelli e succedanei che lavorano in circa 5.000 aziende. Le trattative dei sindacati con Aimpes-Confindustria, l'associazione imprenditoriale del settore, si sono aperte il 16 dicembre a Milano: il nuovo incontro per il rinnovo del triennio 1 aprile 2016-31 marzo 2019 sarà il 28 gennaio. La piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale triennale del settore occhiali e occhialeria (interessati circa 15.000 addetti in 400 imprese, tra cui le più significative: Luxottica, Safilo, Galileo) è già stata presentata all'Anfao Confindustria. La richiesta economica dei sindacati è di 105 euro medi nel triennio (3° livello). Sono poi ben 17 i tavoli di negoziato che nel 2016 interesseranno i lavoratori delle costruzioni, relativi ai contratti con le diverse organizzazioni del legno-arredo (300.000 lavoratori in aziende industriali, artigianali e pmi), laterizi e manufatti in cemento (circa 32.000 lavoratori), del settore lapideo (oltre 60.000), edilizia (oltre 600.000 in aziende industriali, artigianali e pmi). I tavoli dei laterizi e dei lapidei hanno già preso il via a dicembre, mentre la prossima settima (mercoledì 13) parte il tavolo del legno-arredo industria. Il contratto del cemento-industria (10.000 lavoratori), in scadenza a dicembre 2015, è stato invece chiuso con un mese di anticipo. "Firmare un contratto un mese prima della scadenza – dice a Labitalia Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil- riconfermando i due livelli contrattuali e rafforzando i diritti e i salari dei lavoratori, in un settore dove la crisi ha ridotto di quasi i due terzi la produzione, non è cosa da poco”. Nel terziario, nuovi contratti nazionali di lavoro sono attesi da 24 mesi dagli oltre 500 mila dipendenti delle imprese della grande distribuzione organizzata aderenti alla Federdistribuzione, del sistema cooperativo e delle aziende commerciali facenti capo alla Confesercenti. Una trattativa difficile e che ha visto già due giornate di sciopero nel settore. In attesa di rinnovo anche i 38.000 lavoratori della ristorazione collettiva e, da due anni, anche i 450.000 lavoratori delle Multiservizi, cui si aggiungono quelli del turismo (occupati nelle aziende aderenti a Confcommerco Fipe e FIavet Angem Aci Confindustria Aica e Federturismo). Tra i lavoratori del credito, rimangono in attesa di un rinnovo, da oltre 2 anni, i circa 37.000 addetti delle Bcc (credito cooperativo). Per sollecitare a Federcasse il rinnovo, lo scorso 2 marzo, per la prima volta dopo 15 anni, i lavoratori delle Bcc hanno scioperato, con punte d’adesione oltre il 90%. I sindacati non accettano i tagli lineari delle retribuzioni attuati attraverso il blocco degli scatti di anzianità, il taglio al premio di risultato e al premio di rendimento, il taglio a indennità di rischio e la definizione a livello di sistema degli esuberi. Infine le trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dell'industria alimentare, scaduto a novembre e che interessa circa 400 mila lavoratori e oltre 54.000 aziende, riprenderanno lunedi 11 e martedì 12 gennaio. La Flai Cgil vede questo appuntamento come l’ultima possibilità di arrivare ad un accordo senza conflitto. Tra i nodi gli 80 euro di aumento (la richiesta è di 150 euro) e la posizione delle imprese sulla definizione dell’orario settimanale che andrebbe calcolato su base annua.