La Stazione Termini è uno dei luoghi più dotati in assoluto di telecamere, 400 per la precisione, comprate e installate da Ferrovie. Governate dalla polizia da un'unica grande cabina di regia. A queste si aggiungono poi quelle piazzate sulle banchine della metro e sulle scale di competenza Atac. Ma lunedì sera questo grande apparato tecnologico a poco è servito
Ci sono volute, infatti, quindici ore per rintracciare l'uomo che aveva scatenato il panico perché aveva in mano un fucile giocattolo (regalo per il figlio di 8 anni). A lanciare l'allarme era stata una donna intorno alle 19 e 20 che ha visto una persona, cappellino bianco e giacca azzurra, alla fermata della metro piazza Bologna, con in mano quello che a prima vista poteva essere scambiato per un'arma vera. Subito è scattato il dispositivo di sicurezza previsto in caso di allerta terrorismo e alla stazione sono arrivate decine di poliziotti, carabinieri, militari e reparti speciali. Trenitalia ha bloccato per circa un quarto d'ora la circolazione dei treni e per un'ora lo scalo è stato evacuato. E le telecamere? Chi le guardava? Eppure dopo l'allarme il pizzaiolo 44enne, dopo aver viaggiato sulla linea B, essere sceso a Termini, aver preso le scale mobili, attraversato l'area dello shopping, i corridoi della stazione, fatto il biglietto alla macchinetta (dotata anche questa di telecamera), essersi diretto ai treni (con tanto di controllo biglietto ai varchi) è partito in direzione Anagni con tutta tranquillità. E allora ecco che a distanza di qualche giorno si aprono interrogativi sulla gestione della sicurezza, ma comunque il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha promosso l'operato delle forze dell'ordine. Eppure qualcosa non ha funzionato se l'uomo col giocattolo è riuscito ad arrivare fino ad Anagni senza essere bloccato. Per tornare alle telecamere, negli ultimi mesi il grosso apparato tecnologico è stato più che rafforzato con nuovi acquisti. Una specie di funghi rossi o piccole astronavi sospese con sotto 4 telecamere, l'obiettivo e il cablaggio sono nascosti alla vista e protetti dalla custodia a cupola, ma sono ben visibili all'occhio umano. Ruotano a 360 gradi, sono ad alta definizione, dialogano in wi fi e sono in grado di trasmettere le immagini ai tablet. Ne sono state installate 200 tra binari, banchine ed esterni e ne arriveranno altre. Non solo tecnologia ovviamente, perché alla stazione con il Giubileo e l'allarme terrorismo è stato rafforzato il numero di forze dell'ordine. In prima fila ogni giorno gli uomini della Polfer che conoscono ogni angolo della stazione Termini, gli stessi che visionano le immagini sul grande schermo zoomando i particolari se necessario. Già se necessario o comunque se si avvistano movimenti strani tra le migliaia di persone che attraversano il grande scalo ferroviario. E allora come prevenire il rischio prima ancora che si verifichi? L'incredibile vicenda dell'uomo con il fucile giocattolo pone dubbi sull'efficienza della risposta in caso di allarme e sulla capacità di discernere tra veri e falsi rischi. Con in più quelle 15 ore per trovare una persona che non stava facendo nulla per nascondersi. Solo visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza si è capito che l'arma in mano all'uomo con il cappellino era finta. Ma c'è voluto tempo per riavvolgere i "nastri". Nel frattempo la stazione era stata circondata, evacuata e setacciata da decine di pattuglie di polizia e carabinieri e corpi speciali. Intanto la paura si era diffusa in città. «Faremo un briefing perché di tutte le cose bisogna cogliere le criticità, in un ottica di miglioramento», ha detto subito dopo il fatto il prefetto Franco Gabrielli.