Non solo il ritiro delle deleghe. Ieri il capo del personale di Atac Giuseppe De Paoli ha avuto la brutta sorpresa di essere messo alla porta. Formalmente non ancora un licenziamento, ma il primo passo in questa direzione, perché il nuovo dg Marco Rettighieri gli ha consegnato una lettera di contestazione disciplinare. Una specie di sospensione che diventerà licenziamento quando l'iter sarà concluso
De Paoli, che si è già rivolto ad un legale, avrà 10 giorni di tempo per rispondere alle contestazioni. È chiaro che la volontà del dg è quella di estrometterlo dall'azienda dove De Paoli è entrato nel settembre 2014, assunto dal precedente ad Danilo Broggi, fortemente voluto dall'ex assessore alla Mobilità Guido Improta. Sulle modalità della sua assunzione, avvenuta senza un bando, con un contratto a tempo indeterminato e uno stipendio di 200mila euro l'anno, la Corte dei Conti ha aperto un'inchiesta.
Intorno a De Paoli, che per entrare in Atac ha lasciato il suo posto di dirigente in Alitalia, gravitano una serie di questioni irrisolte. Oltre alle modalità della sua assunzione, c'è la faccenda dei 200 esuberi che alla fine, per una serie di accordi sindacali, non vennero più licenziati, ma ricollocati, passando dagli uffici ai tornelli della metropolitana con funzioni di controllo. Una commissione consiliare Trasporti convocata ad hoc chiese conto a De Paoli dei mancati licenziamenti. Il più furibondo di tutti fu l'allora assessore Stefano Esposito perché quegli esuberi erano assunti nell'epoca Parentopoli. Per sbrogliare la matassa si decise di rivolgersi ad un magistrato, avviando una causa di accertamento.
Ora anche i colleghi di De Paoli tremano. A cominciare dagli altri due dirigenti ai quali Rettighieri ha tolto le deleghe: Emilio Cera, direttore dei Servizi per la Mobilità, assunto in Atac nel 1997, responsabile della pianificazione e gestione della sosta tariffata, della lotta all'evasione, dell'attività di verifica e controlleria , Pietro Middei, classe 1969, fino al 2009 in Trambus, la società di gestione del trasporto di superficie poi confluita in Atac insieme a Met. Ro, l'azienda che si occupava della gestione delle metropolitane e della ferrovie concesse. In Atac ci sono 54 dirigenti su quasi 12mila dipendenti e più nessuno adesso si sente sicuro. Nei loro confronti l'allora assessore Esposito, senatore Pd, ha sempre speso parole di fuoco invocando a gran voce il licenziamento. E adesso sembra arrivato il momento del "redde rationem".
Un altro nome che gira tra i dirigenti a rischio è quello di Luca Masciola, direzione Risorse umane, servizio politiche del personale, rinviato a giudizio per Parentopoli dal gup Valerio Savio, insieme all' ex ad di Atac Adalberto Bertucci e all'allora assessore Marco Visconti. Nel mirino del nuovo dg anche i responsabili delle linee A e B della metropolitana, che tante volte hanno lasciato i romani in mezzo a una strada.