Uber va alla "guerra" di Cina
Tempi duri per l’americana Uber in Cina. L’azienda cinese Didi Kuaidi, che totalizza 7 milioni di viaggiatori al giorno contro il milione di Uber, ed è presente in 400 città contro le 40 coperte dall'azienda statunitense, non ha intenzione di lasciare spazio alla concorrente a stelle e strisce. La sfida per accaparrarsi maggiori quote di passeggeri del ricco mercato cinese (800 milioni di potenziali clienti che, nella maggior parte dei casi, non sono dotati di un'automobile di proprietà) e solo all’inizio.
Alle spalle dell’azienda cinese Didi ci sono il colosso dell'e-commerce Alibaba e l'azienda leader nei social network Tencent. Per Uber Cina c'è Baidu, il corrispettivo di Google nell'ex Impero celeste. Per sbarrare la strada all’aggressiva azienda americana, entrata in Cina a metà del 2014, le principali operatrici nel settore Didi Dache e Kuaidi Dache si sono fuse in un’unica compagnia. Nel 2015, secondo il settimanale economico Caixin, Didi Kuaidi è arrivato a controllare l'80 % del mercato contro il più modesto 11,5 % di Uber.
Nonostante il divario in termini di quote di mercato l’americana Uber intende puntare su una differente strategia: un target diverso rispetto alla concorrenza (la classe medio-alta e gli stranieri presenti nelle grandi città); maggiore qualità del servizio grazie a una selezione più accurata degli autisti. Nonostante la ricerca di un posizionamento diverso sul mercato l’azienda cinese Didi Kuaidi non intende lasciare spazi e anzi nell’ultimo anno ha una serie di nuovi servizi, come taxi collettivi, autobus e servizi di autisti che portano a casa la macchina quando il proprietario e troppo ubriaco per guidare.
La risposta di Uber non si è fatta attendere. Per il 2016 vuole arrivare a coprire cento città.