Monza – Secondo Legambiente questa unione rischia di penalizzare i cittadini brianzoli; in una logica di area metropolitana e di super agenzia tutte le risorse e la strutturazione dei servizi rischiano infatti di concentrarsi sul polo attrattore di Milano, a discapito di un servizio di periferia già fortemente penalizzato. Nei giorni scorsi il presidente della Provincia Gigi Ponti ha reso noto che se non verranno reperite le risorse necessarie (1,8 milioni di euro) sarà inevitabile riprogrammare i servizi, con un taglio degli autobus di oltre il 20% (pari a 450 corse in meno in un giorno feriale), circa 13.500 passeggeri tra studenti e pendolari senza servizio e quasi 90 addetti in esubero. Un taglio che rischia di paralizzare il servizio scolastico da settembre. Il dossier è ora sul tavolo del ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio, che il 31 marzo approderà a Monza per comunicare ai sindaci della provincia il ripristino dei fondi tagliati. Secondo il responsabile per la regione Lombardia di Legambiente Trasporti Dario Balotta «la Provincia di Monza e Brianza è sottodimensionata dal punto di vista dei servizi, al punto tale che la popolazione non usa il trasporto pubblico. Nella Provincia Monza-Brianza nonostante la crisi siamo passati da 519mila auto del 2010 a 522mila immatricolate nel 2011, con un aumento anche in città, dove gli acquisti sono saliti da 77 a 78mila vetture. Tutto ciò mentre nelle altre città lombarde il numero delle auto acquistate è in calo». A confermare questa tesi c'è un sondaggio di Legambiente sugli spostamenti dei pendolari dell'area metropolitana milanese. Sul totale degli spostamenti a Milano e in periferia, il 70% avviene in auto e il 30 coi mezzi pubblici. Un dato, quello dell'uso del mezzo pubblico, che sale all'88% per chi si reca a Milano e scende al 12% per chi si deve spostare nell'hinterland. «I dati dimostrano che quasi la metà degli spostamenti avviene tra hinterland e hinterland (non c'è solo Milano da collegare), e che c'è un grande squilibrio nell'uso dell'auto – afferma Balotta -. Si evidenzia una domanda senza alternative al mezzo pubblico, acuendo la disuguaglianza sociale. Per uscire dal circolo vizioso lombardo che la Provincia di Monza ben rappresenta – meno qualità, meno clienti, meno risorse – occorre rivedere il sistema, ripartendo dalla pianificazione del servizio offerto e prima di tutto delle infrastrutture stesse, partendo dalle reali esigenze dei cittadini». Legambiente punta il dito sul disequilibrio tra Milano e periferia anche nella distribuzione delle risorse. La quota del Tpl sulla mobilità milanese è di 65/70 punti percentuali mentre l'area metropolitana va dal 10 al 15%. I collegamenti con l'hinterland e tra l'hinterland sono carenti e poco integrati, lasciando l'area metropolitana con alti livelli di congestione e di inquinamento atmosferico.  «Una gestione separata della mobilità e gli ampi margini discrezionali lasciati ai vettori tradizionali Trenord (Regione e Stato) e Atm (Comune di Milano), sulle scelte dei servizi da produrre sul territorio, uniti ad una squilibrata distribuzione delle risorse pubbliche (nessun taglio a Trenord e ad ATM ma tagli progressivi e costanti alle autolinee che svolgono servizi nelle aree extraurbane) portano ad un pesante squilibrio dell'assetto dell'offerta su tutta la Lombardia», lamenta il dirigente di Legambiente. In questo scenario, «l'agenzia è un'altra boutade che servirà a poco e che darà tutto a Milano. Non riuscirà nemmeno a fare il servizio integrato con il biglietto unico per Trenord perché la legge non glielo permette»