La mobilità in Italia

Rapporto Isfort sulla mobilità in Italia

Rapporto Isfort sulla mobilità in Italia

Presentato ieri il 14° rapporto Isfort sulla mobilità in Italia. Struttura e dinamiche della domanda di mobilità, il Trasporto Pubblico Locale (dal lato dell’offerta), la Mobilità individuale e la Sharing mobility i focus dell'indagine.

In Italia l’automobile privata continua ad essere il mezzo di trasporto preferito. Questo è quanto emerso dal 14° Rapporto sulla mobilità in Italia, realizzato da Isfort con l’apporto di Asstra e Anav, presentato ieri a Roma nella Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati.   A testimoniarlo l'andamento del mercato delle vendite di auto: in significativa crescita nel 2016, che ha raggiunto quasi il numero di 38 milioni di veicoli circolanti con un tasso di motorizzazione pari a 62,4 ogni 100 abitanti ( percentuale che in Europa  pone l’Italia dietro solo al Lussemburgo e con uno scarto di 15-16 punti rispetto a paesi come Francia, Germania e Gran Bretagna).   Per quanto riguarda i dati della ricerca emerge che nel 2016 gli italiani hanno dedicato alla mobilità 40 milioni di ore al giorno (erano 45 milioni nel 2008). Negli ultimi 15 anni, la domanda complessiva di mobilità, in Italia, si è contratta del 15,2% e anche il numero dei passeggeri-chilometro totali è diminuito (rispetto al 2008) del 23,9% (da 1.561 a 1.188 milioni di pass.-km nel 2016). Si riduce inoltre la lunghezza media degli spostamenti, mentre aumenta il peso della mobilità in ambito locale: il 73,6% degli spostamenti avviene in ambito urbano o extra-urbano (27,6% in ambito di prossimità fino a 2 km, il 46,0% nell’ambito di distanze da 2 a 10 km).   Il rapporto evidenzia, dunque, un mercato sostanzialmente squilibrato a favore del mezzo privato che penalizza anche l’andamento della “mobilità di scambio”, cioè l’integrazione modale e l’utilizzo di più mezzi di trasporto: nel 2016, l’intermodalità ha riguardato il 5,4% del totale degli spostamenti motorizzati, con un significativo incremento rispetto al 2015 (anno in cui la percentuale è stata del 4,5%), ma  con un risultato che rappresenta comunque un valore molto basso e  che – in relazione alle esperienze degli altri paesi europei – dimostra che, in questo settore, vi è un grande potenziale tutto da sfruttare.   Il 2016 – si legge nel rapporto – è stato tuttavia un anno positivo anche per la “mobilità sostenibile” (trasporto pubblico, piedi, bici), che ha segnato un’importante inversione di tendenza,  passando dal 27,6% al 31,1% dello scorso anno. Nel campo del trasporto pubblico, soprattutto in ambito urbano, è possibile attendersi l’innesco di un circuito virtuoso per la mobilità sostenibile tra maggiore attenzione delle politiche nazionali (risorse per materiale rotabile, investimenti nelle infrastrutture, ciclabilità, riforma del TPL) e i segnali provenienti dal mercato. La svolta a livello politico e governativo potrebbe aver inizio già nel 2017, ma gli effetti potranno essere valutati solo in un periodo di tempo più lungo negli anni a venire.   Nel frattempo, il mercato del trasporto pubblico urbano rimane molto squilibrato.  È significativo nelle aree metropolitane, residuale nella diffusa (e popolata) rete dei piccoli centri: nelle grandi città (superiori a 250mila abitanti), il trasporto pubblico raggiunge il 30,1 per cento, nei comuni fino a 10mila o da 10mila a 50mila abitanti (dove dimora oltre il 67% della popolazione) le percentuali risultano inferiori o pari al 5 per cento (rispettivamente, 4,4% e 5,2%).   Rilevante anche l’altra linea di frattura del mercato del trasporto pubblico urbano, con le differenziazioni tra Nord e Sud: nel Nord Ovest, la percentuale del mezzo pubblico raggiunge il 19%, nel Nord Est il 12,6%, nel Centro il 15,8%, nel Sud e nelle Isole il 9,8% (dati 2016).   Limitato sostanzialmente alle aree metropolitane, risulta fortemente significativo anche lo sviluppo della “mobilità condivisa”, ovvero il car sharing (ma anche il bike sharing e il moto sharing) che, in Italia, ha avuto un forte impulso grazie al modello “a flusso libero” (senza – cioè – postazioni fisse). I numeri complessivi del car sharing: 5.400 veicoli, 700.000 iscritti, 6 milioni e mezzo di noleggi all’anno, 50 milioni di chilometri percorsi ogni anno (in gran parte nelle città di Milano, Roma, Torino, Firenze – dati fine 2015).  Anche gli altri numeri di bike e moto sharing dimostrano che la sharing mobility ha potenzialità enormi, ma cattura ancora un mercato di nicchia.

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