La gara per la realizzazione del progetto della linea 2 della metropolitana torinese è stata vinta dalla cordata italo-francese guidato dalla francese Systra.
Secondo quanto riportato dal quotidiano torinese "La Stampa" di oggi l'incarico di progettare il metrò che collegherà Barriera di Milano a Mirafiori è stato affidato ad una cordata italo-francese capitanata dal colosso dell'ingegneria Systra, una controllata dalle ferrovie transalpine, che lavorerà assieme a Italferr, società delle Ferrovie dello Stato, alla milanese Tecnimont e alla torinese Ai Group.
La proclamazione del vincitore della gara indetta dal Comune per il progetto preliminare della linea 2 – scrive il uotidiano – è arrivata ieri, dopo l'ultima riunione della commissione presieduta dall'ingegnere Giorgio Marengo. Le tre imprese arrivate in coda – la spagnola Sener e le italiane Geodata e Lombardi – avranno 35 giorni di tempo per eventuali ricorsi.
ll colosso francese dell'ingegneria Systra, dunque, lavorerà assieme a Italferr, società delle Ferrovie dello Stato, alla milanese Tecnimont e alla torinese Ai Group. Per i tempi la cordata (così come le altre finaliste del resto) si è impegnata a ridurre i tempi di un quinto rispetto ai 12 mesi preventivati e quindi a consegnare il progetto entro 9 mesi e mezzo. Per i costi, invece, la vincitrice applicherà inoltre uno sconto del 50 per cento sui costi del progetto, messo a gara con una base d'asta di 6,7 milioni.
Dopo oltre un anno il primo passo è compiuto. Rimane ora da rimuovere l'ostacolo che rischia di far saltare tutto: visti i ritardi accumulati i fondi destinati alla progettazione rischiano di sparire. Fondamentale, a questo punto, l'incontro previsto la prossima settimana fra la sindaca Chiara Appendino, il ministro Delrio e i parlamentari espressi dalla regione Piemonte.
La partita, infatti, si sposta ora sul terreno squisitamente politico: scaduti i termini previsti dal decreto che concedeva i finanziamenti, il primo cittadino chiede la convergenza di tutti i rappresentanti politici piemontesi per fare pressione sul governo affinchè proceda a una modifica del decreto.