Ferrovie pugliesi

Puglia: la regione corre ai ripari per non perdere i fondi destinati ai trasporti ferroviari

Puglia: la regione corre ai ripari per non perdere i fondi destinati ai trasporti ferroviari

Corsa contro il tempo in Regione sul futuro delle reti ferroviarie. Senza affidamento con procedura di evidenza pubblica a rischio il trasferimento dei forndi per il Tpl. 

Una vera e propria  corsa contro il tempo per evitare di perdere 35 milioni di euro, ma anche per impedire a Trenitalia di impadronirsi di tutta la rete ferroviaria. A riportare la notizia e l'edizione locale del quotidiano "La Repubblica", oggi in edicola.   Secondo il quotidiano  Antonio Nunziante, vicepresidente e assessore ai trasporti, nel corso dell'ultima riunione di giunta, avrebbe lanciato l'allarme. Il decreto legge 50 del 2017, infatti, prevede la riduzione dei trasferimenti destinati alle regioni «qualora i servizi di trasporto pubblico locale e regionale non siano stati affidati con procedure di evidenza pubblica». 
    I contratti in essere con Ferrovie del Sud Est, Appulo Lucane, Ferrovie del Nord Barese e Ferrovie del Gargano,  di fatto, risultano non in conformità con la recente normativa: da qui i timori da parte della regione di perdere, per il 2018, i 35 milioni destinati al trasporto ferroviario.
    Secondo il quotidiano, la giunta regionale si sarebbe attivata per valutare la strada da intraprendere fra le due possibili opzioni: la prima prevederebbe la pubblicazione, entro il 30 settembre, di un avviso di pre-informazione al mercato, per affidare i servizi, fino al 31 dicembre del 2021, agli stessi attuali operatori; la seconda, invece, disporrebbe  gli affidamenti diretti alle ex concesse fino al 2027.      Nel primo caso la regione sarebbe costretta a ridurre il trasferimento dei fondi, creando non pochi problemi ai bilanci delle società di trasporto e alle Fse. Nel secondo caso, non riaffidando cioè i servizi, il gruppo Ferrovie dello Stato (che già possiede Fse) potrebbe proporsi per i servizi delle altre ex concesse con manifestazioni di interesse e assicurarsi così il controllo totale delle reti pugliesi. Ipotesi, quest'ultima, avversata dall'attuale governo regionale.

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