Crisi Atac

Atac: alla ricerca della produttività

Atac: alla ricerca della produttività

Il punto cardine del Piano da presentare entro 60 giorni al Tribunale passa per un recupero della produttivita dell'azienda. Avviati i colloqui con le sigle sindacali.

Alla ricerca della produttività perduta. E' la nuova parola d'ordine che da alcuni giorni atraversa corridoi e cortili di Via Prenestina. Del resto il dg Simioni, in alcune dichiarazioni rese alla stampa, lo aveva anticipato senza troppi giri di parole. Facile a dirsi molto più complicato a farsi.     Ma il sentiero per Atac è davvero molto stretto. Senza un "riavvicinamento" dell'azienda agli standard produttivi adottati da altre aziende Tpl decisamente più virtuose di Atac, l'operazione di salvataggio resta impossibile.     Dunque, nelle intenzioni di Simioni,  si parte dal recupero della produttività aumentando le ore di lavoro settimanali da 36 a 39 anche per autisti e macchinisti. È questa una delle misure a cui la dirigenza di Atac sta pensando per il piano da presentare al tribunale fallimentare per salvare l'azienda e rientrare dal maxidebito di 1,3 miliardi.     Il primo "round" passa attraverso il confronto serrato con i sindacati: per la dirigenza Atac si deve partire dal numero di ore lavorate per le organizzazioni sindacali, invece, l'aumento della produttività passa attraverso l'acquisto di nuovi autobus ( almento 500 secondo quanto dichiarato alla stampa dal segretario Filt CGIL  Eugenio Stanziale). Il tavolo di confronto è aperto e si vedrà nei prossimi giorni se si raggiungerà un accordo con le belligeranti organizzazioni sindacali.     L'altro "corno" del problema, invece, riguarda la necessità di recuperare al servizio i troppi autobus fermi in attesa di pezzi di ricambio e di rinfrescare la flotta con nuovi acquisti. Simioni nei giorni scorsi a parlato di almeno 105 nuovi mezzi da immettere nella flotta per i prossimi 5 anni. Misura, questa, che sarebbe possibile solamente attraverso il prolungando dell'affidamento in house del servizio fino al 2024 e accedendo a prestiti bancari spalmati su almeno 5 anni.     Il tempo a disposizione non è molto: entro 60 giorni, salvo proroghe concesse dal commissario nominato dal tribunale, il Piano dovrà essere pronto e dovrà indicare con assoluta certezza le misure che si intende adottare per salvare l'azienda.

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