Nell'intervista concessa al giornale cittadino "Il Secolo XIX" il sindaco di Genova ribadisce l'intenzione di percorrere la strada della società unica per il Tpl al 100% pubblica
Ha fatto clamore la presa di posizione del sindaco di Genova Marco Bucci, espressione del centrodestra, di voler procedere in direzione di un'unica società tpl al 100% pubblica. Roba, ha commentato qualcuno, da statalisti (come un tempo si apostrofavano i politici di sinistra) e non da manager con un robusto pedigree che affonda le radici nel mercato e nella libera iniziativa. I tempi cambiano ma, soprattutto, cambiano le condizioni in cui si opera per cui, per dirla con il filosofo Ortega Y Gasset , un "uomo è tale insieme alla sua circostanza". E la circostanza deve aver suggerito al sindaco Bucci che per quanto riguarda il Tpl che il trasporto pubblico (va bene anche al 100%) è meglio di quello privato (anche dopo aver vinto una gara a rilevanza pubblica). Fin qui la stella polare. Ma, confida Bucci, le possibilità che l'operazione si concluda con un successo è pari all'85% e poi molto dipende dal tempo che il governo è disposto ad concedere. Ricapitolando. Sostiene Bucci: «Abbiamo l'85 delle possibilità ci sono risorse sufficienti per rilanciare entrambe le aziende». E ancora: «Potendo confidare su un management credibile, inoltre, si potrebbe andare a parlare con le banche e ottenere credito con i privati». Per quanto riguarda il fattore tempo il sindaco metropolitano ricorda la delibera che fissava la fusione delle due società di trasporto al 30 settembre. Un termine, tuttavia, già ampiamente superato, rispetto al quale si continua però a chiedere una proroga. «Diverse regioni stanno seguendo strade analoghe- continua Bucci – faccio l'esempio dell'Abruzzo. Credo che questi processi meritino più tempo per arrivare a definizione». In questo percorso a ostacoli fatto di scarsità di risorse e di tempo c'è anche il particolare di un privato che rischia di mettersi di traverso. Il privato si chiama Autoguidovie, la società che detiene ancora il 48.5 per cento delle azioni di Atp Esercizio, e a cui l'ex Provincia ha formalmente affidato il servizio di trasporto pubblico. Dice Bucci al "Secolo XIX" che è sua intenzione di trovare un accordo con l'azienda. E pur non svelando apertamente quale strada intende percorrere il quotidiano genovese traduce il suo pensiero in tre possibili alternative; Prima possibilità: l'autorità anticorruzione Anac si pronuncia definitivamente contro l'istanza sollevata da Autoguidovie, risolvendo di fatto il problema. Seconda ipotesi: la nuova azienda nata dalla fusione Amt-Atp affida il servizio ad Atp esercizio pur con la presenza di privati (ma è possibile l'affidamento diretto senza gara?). Altra ipotesi: lanciare una gara per il solo servizio nel bacino extraurbano scindendolo da quello della città di Genova. Ma c'è anche l'estrema possibilità che il pubblico acquisti le quote di Autoguidovie: «750 mila euro non sono una cifra impossibile». L'incontro con i vertici dell'azienda privata previsto a giorni – scrive "Il Secolo XIX"- potrebbe avere proprio lo scopo di raggiungere un accordo, una transazione. Un venirsi incontro che a questo punto pare piuttosto urgente soprattutto per Comune e Città metropolitana.