Crisi Atac

Roma: puntuale ritorna la vendita degli immobili Atac

Roma: puntuale ritorna la vendita degli immobili Atac

La giunta capitolina ha approvato un documento che consente l'alienazione degli immobili per risanare l'azienda. La condizione è che dovranno essere destinati per servizi di pubblica utilità .

Come un fiume carsico che appare e scompare, l'alienzione di parte del patrimonio immobliare di Atac si presenta anche in questi primi giorni del nuovo anno.
    La vicenda della vendita (mai realizzata) degli immobili di Atac ha  attraversato la storia degi ultimi 20 anni della Capitale. Non c'è stato sindaco, negli ultimi anni, che non abbia tirato fuori dal cassetto la vendita degli ex depositi Atac. Poi contrasti, impedimenti burocratici e vincoli di varia natura hanno sempre bloccato la vendita.
    Questa volta a provarci è la Sindaca del Movimento 5 Stelle, e vedremo se l'intenzione si trasformerà in fatto concreto.  Certo è che l'ostacolo del "divieto del cambio di destinazione d'uso, confermato anche questa volta (nelle intenzioni della giunta gli immobili dovranno essere destinati per servizi di pubblica utilità) si è sempre rivelato l'ostacolo insormontabile su cui si è infranta la volontà di fare cassa. 

  Nel documento passato al vaglio della giunta capitolina sono stati inserite le ex rimesse Vittoria di piazza Bainsizza, San Paolo di via Alessandro Severo, piazza Ragusa, l'area Garbatella di via Libetta, il Centro Carni di via Severini, e le rimesse di via di Portonaccio e Trastevere di viale delle Mura Portuensi.   Atac – secondo quanto riportato dal quotidiano romano "Il Messaggero", oggi in edicola – in realtà aveva chiesto la «trasformazione urbanistica» di alcuni immobili (procedura che consentirebbe maggiori entrate dalle vendite), ma il Comune dando mandato al Dipartimento Urbanistica, in sinergia con il Dipartimento Mobilità di consentire che possano essere alienati gli stabili, ha chiesto che venga mantenuta «l'attuale destinazione urbanistica, privilegiandone la vocazione a servizi pubblici urbani». 
    Il tentativo, dunque, è quello di ricavare dal piano di alienazione le risorse necessarie al risanamento del grande malato Atac. La strategia per il piano di risanamento – scrive il quotidiano –  comprende complessivamente la dismissione di 18 immobili, tra ex rimesse, uffici non utilizzati, terreni e, secondo le prime stime, potrebbe fruttare 95,5 milioni di euro. Cifra che però potrebbe abbassarsi considerando che per ora non è stata concessa la «trasformazione urbanistica».
    Ad occuparsi della «valutazione di immobili e compendi immobiliari di proprietà della società» – riporta "Il Messaggero" –  è l'azienda Real Estate Advisory Group che si è aggiudicata l'incarico con un appalto tempo fa. Una consulenza esterna di estrema importanza considerando che si avvicina la scadenza del 26 gennaio, data entro la quale l'Atac dovrà consegnare il nuovo piano industriale ai commissari.

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