La procura di Roma ha inviato un parere «interlocutorio» sul concordato Atac.
Si registrano ancora degli ostacoli sulla via del concordato in continuità chiesto dall'azienda di trasporti capitolina. La procura, infatti, ha diffuso nella giornata di ieri una nota in cui specifica che il parere inviato nella fase preliminare ha «natura interlocutoria» e non può essere considerato alla stregua di un sì. Tradotto significa che l'Atac deve spiegare ai magistrati che sovraintendo l'intera procedura come intende dare seguito alle condizioni imposte dal tribunale. In concreto l'azienda di trasporti romana , secondo quanto riporta il quotidiano "Il Messaggero" oggi in edicola, deve dare ulteriori spiegazioni in merito a due punti fondamentali: il valore degli immobili di proprietà dell'azienda che saranno messi sul mercato; Il debito di 493 milioni nei confronti del Comune di Roma. Nel primo caso i magistrati chiedono una più puntuale valutazione di magazzini, depositi, terreni ed interi edifici che, secondo i magistrati, possono valere molto di più di quanto calcolato dai consulenti dell'azienda. Nel secondo caso la situazione è certamente più delicata perchè non investe soltanto il destino della municipalizzata. Il tribunale indica che il Comune di Roma dovrà essere «postergato» (pagato per ultimo in quanto azionista unico e, dunque, partecipe dei rischi di impresa). Nel piano presentato , Atac punta, infatti, a pagare interamente i creditori privilegiati e alcune classi creditorie, tra le quali le banche, e a saldare il credito chirografaro al 31%, più un ulteriore 30% emettendo bond, ovvero utilizzando strumenti finanziari partecipativi. Fissati questi due paletti, la procura, dopo la conclusione dell'analisi contabile, procederà in direzione dell'individuazione delle responsabilità penali con un altro filone di indagine. Tema a cui l'Atac ha risposto che è intenzionata a costituirsi contro gli ex manager.