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Roma: inaugurata la stazione S. Giovanni della linea C della metro

Roma: inaugurata la stazione S. Giovanni della linea C della metro

Inaugurata sabato scorso, dalla Sindaca Raggi, la stazione di cambio di S.Giovanni. Con il nodo di scambio con la linea A si chiude finalmente il primo tratto della linea C Pantano- S.GIovanni

Mancava la banda e le Majorettes per il resto il cerimoniale ha pensato a tutto: il coro delle voci bianche del Teatro dell'Opera, i maggiorenti dell'amministrazione Comunale, di Roma Metropolitane, Metro C, Atac, anche l'immancabile prelato, tranne (come riportano  oggi i giornali in edicola) il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il Ministro- ancora per poco –  delle Infrastrutture Delrio.
Insomma, l'inaugurazione di una stazione si è trasformata, nelle intenzioni dell'attuale governance capitolina, in una festa di popolo che, da par suo, ha risposto entusiasta.
In tempi così grami per il trasporto pubblico della città eterna, bisogna accontentarsi di quello che passa il convento.
Il fatto è che Roma, grazie al suo glorioso passato, riesce a stupire il mondo anche il giorno in cui si inaugura una stazione , l'ultima della linea C, attesa dal giugno 2015: reperti archeologici  in bella mostra che consentono alla fermata di S. Giovanni di essere definita "archeostazione".
Dunque, sulla bellezza del nodo che consente alla Linea C di connettersi con la Linea A, nessuno può obiettare, ma (c'è sempre un ma) le infrastrutture pubbliche – tanto più se si parla di opere dedicate alla mobilità – devono innanzitutto rispondere al criterio della funzionalità (se sono belle ancora meglio).
 
Il passeggero che nei prossimi giorni deciderà di utilizzare il nuovo nodo di scambio rimarrà colpito sicuramente dai reperti di epoca imperiale ma anche, e forse un po' di più, dal fatto che la Linea C ha una frequenza di 12 minuti (dodici minuti). Una specie di treno regionale anche se l'azienda di trasporti capitolina assicura che "negli anni la frequenza passerà prima a 8 e poi a 4 minuti".
Tradotto significa che la linea C, per ora, è in grado di trasportare fino a 5mila passeggeri/ora, come un tram, meno della metà di una metropolitana leggera, pur essendo stata progettata, costruita e pagata per portarne quasi 40mila.
Altra curiosità (per noi che la abbiamo visitata) il fatto è che lo scambio fra le due linee non avviene nel sottosuolo come in quasi tutte le metropolitane costruite nel mondo (la linea C passa sotto la Linea A): nella nuova stazione inaugurata bisogna uscire dalla linea A e rientrare nella C. Ma siamo certi che solamente la fretta dell'inaugurazione non ha consentito l'apertura al pubblico dei tratti sotterranei di cambio fra le due linee (che devono esserci).
Quanto alla facilità di trovare indicazioni ci hanno pensato i vigilantes (assai cortesi nonostante il fiume di persone accorse) a sostituire cartelli e frecce ma, nella fretta di tagliare il nastro, può capitare di dimenticare qualcosa.
Insomma, tutto sommato una boccata di ossigeno per il Tpl romano agonizzante: comprensibile lo stato di euforia dei presenti. Sul fatto che "Roma torna a correre", come dichiarato da un raggiante primo cittadino, giusto nutrire la speranza ma le cautele sono d'obbligo.

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