Nell'intervista pubblicata oggi sul quotidiano "Il Corriere della Sera" il n.1 di Fs Renato Mazzoncini risponde alle critiche sollevate dal neo eletto presidente della Regione Fontana relative allo stato del sistema ferroviario regionale. Problemi che dopo il tragico incidente di Pioltello, costato la vita a tre passeggeri, ha fatto salire la tensione tra i vertici della regione con le Ferrovie dello Stato.   Stato delle linee carenti ma, soprattutto, treni troppo vecchi in servizio. A queste accuse  Renato Mazzoncini, come è suo costume, va subito al sodo senza troppi giri di parole. Per il n.1 di Fs il nodo che occorre sciogliere è la governance di Trenord: Dice l'ad di Fs: "Il meccanismo delle quote paritarie e della governance spostata sulla Regione ha creato una situazione che ha limitato la possibilità di intervento da parte di Fs. Il 50 per cento è un problema".    Il ragionamento d Mazzoncini è lineare: siccome Trenord è partecipata al 50% , siccome gli investimenti necessari per svecchiare la flotta di 300 treni circolanti sulla rete lombarda sono ingenti e siccome il contratto di servizio con la Lombardia scade nel 2026 il risultato non può essere quello desiderato dal Presidente Fontana.   Sostiene Mazzoncini:" «Ci sono due elementi critici. L'attuale contratto di programma con Trenord scade nel 2026, un periodo troppo breve. L'altro riguarda la compagine societaria di Trenord. La gestione al 50% tra Fnm e Trenitalia, con una capitalizzazione di soli 70 milioni di euro non ha consentito di fare un investimento importante pari a un miliardo e mezzo di euro. Un investimento del genere può essere attivato solo con un commitment molto forte da parte dei soci».   Chiaro e tondo. Nei prossimi giorni è in programma un incontro con il governatore lombardo e, come anticipato nell'intervista, l'ad di Fs porterà il punto di vista del griuppo da lui diretto convinto che un punto di incontro alla fine si troverà.