Secondo quanto riportato dall'edizione odierna del quotidiano romano "Il Messaggero" la Procura di Roma ha deciso di unificare in un unico fascicolo le numerose segnalazioni sulle anomalie riscontrate  che hanno determinato la scia lunghissima di guasti e incendi sulle vetture di Atac.   I magistrati vogliono capire se la causa degli incidenti dipende da incuria e dalla mancata manutenzione oppure se si tratta di atti di sabotaggio.   Per ora, l'ipotesi di reato su cui si stanno muovendo gli investigatori è di attentato alla sicurezza dei trasporti, fattispecie che prevede pene fino a dieci anni di carcere; per i veicoli andati a fuoco oltre al sabotaggio si aggiunge anche l'ipotesi di incendio colposo.   L'unificazione in un unico fascicolo consente ai magistrati inquirenti di avere un quadro d'insieme delle diverse segnalazioni che l'azienda ha inviato le scorse settimane alla Procura. Con la decisione della procura le indagini fanno registrare un salto di qualità: troppi gli incidenti in un arco di tempo così ristretto per non prendere sul serio l'ipotesi che dietro agli incendi e alle vetture ferme non ci sia una precisa strategia tesa a rendere più critica la situazione dell'azienda capitolina.   Il sospetto, almeno per gli autobus,  è che nonostante le procedure di controllo (telecamere a circuito chiuso e rigoroso controllo degli accessi nelle officine) la manomissione avvenga, al di fuori dei depositi. Da qui la decisione di passare ai raggi X i tempi e i percorsi delle vetture costrette a fermarsi per un guasto.   L'azienda, inoltre, negli esposti alla Procura ha evidenziato che dopo la contrastata negoziazione del nuovo contratto – firmato dai confederali lo scorso novembre – il numero dei guasti segnalati è improvvisamente aumentato facendo registrare un 70% in più rispetto al passato.