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Trenord – Fs, il divorzio è servito

Trenord – Fs, il divorzio è servito

Si profila all'orizzonte un trasporto ferroviario regionale con due operatori in feroce concorrenza. 

Dai rumors della giornata di ieri alla conferma che il matrimonio fra Trenord e Fs, celebrato nel 2011, è finito. Nessuna diversa visione del futuro (un trasporto efficiente, sicuro e puntuale dovrebbe essere l'unico comandamento per  chi decide di fare come mestiere il gestore di un'azienda di trasporti: e infatti, sia Trenord che Fs, dicono di volere questo) ma solo un pura questione su chi "comanda".   Dice Fontana, il presidente della regione Lombardia (azionista con il 50% delle quote): "non perderemo il controllo di Trenord". Renato Mazzoncini, n.1 di Fs, nelle scorse settimane aveva fatto sapere che senza controllo sulla società i soldi per gli investimenti necessari su rete e materiale rotabile non li avrebbe messi.   Un destino da separati in casa con effetti deleteri sulla qualità del trasporto ferroviario regionale. Ieri, dunque, un punto fermo che dovrebbe spazzare via dal campo gli alibi e il rimpallo di responsabilità.   Dunque, per Fs e Trenord (negli auspici dei rispetivi controllori) si profilano all'orizzonte magnifiche sorti e progressive (speranze). Ognuno si gestirà le proprie linee e il proprio traffico e farà i propri investimenti esclusivamente su quelli. A pensarci bene non è detto che una serrata concorrenza non faccia bene ai pendolari e alla qualità del servizio.  Per un sistema di trasporti ferroviario integrato (possibile, certo, ma decisamente complicato con due operatori ai "ferri corti") è un altro discorso: prevedere tempi lunghi è un sano esercizio di realismo.

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