Crisi Atac

Roma: grave incidente sulla scala mobile della linea A

Roma: grave incidente sulla scala mobile della linea A

Un ennesimo grave incidente accende i riflettori sulla disastrata condizione dell'azienda di trasporto capitolina.

I motivi che hanno determinato l'improvviso schianto della scala mobile della fermata Repubblica della linea A della metropolitana, causando il ferimento di numerose persone, alcune in modo grave, li stabilirà la procura di Roma che ha subito aperto un'inchiesta per lesioni colpose.   Per ora, fra versioni contrastanti, ci si affretta ad attribuire la responsabilità del crollo improvviso all'esuberanza dei circa 80 tifosi russi al seguito del CSKA,  squadra di Mosca impegnata in un match di Champions league all'Olimpico. Versione subito raccolta dal primo cittadino Virginia Raggi. I filmati del circuito di sorveglianza e i numerosi testimoni non tarderanno a stabilire l'esatta dinamica dei fatti.   Resta che l'incidente di ieri apre, ancora una volta, uno squarcio sulle pazzesche condizioni in cui versa il trasporto pubblico della capitale d'Italia.   Fra autobus al flambè, stazioni allagate, linee interrote (che costrigono i passeggeri a lunghe camminate dentro le gallerie della metropolitana) l'azienda di trasporti è un colabrodo.   Come da prassi, l'Atac, intanto, ha fatto sapere di aver ha aperto un'indagine interna. I pareri dei tecnici raccolti da alcuni organi di stampa non nascondono perplessità sull'accaduto. "Le scale mobili – argomentano – sono realizzate per ospitare due persone su ogni scalino. Ma il coefficiente di sicurezza è pari a 7. Vuol dire che le due persone previste possono essere moltiplicate per sette e la scala mobile resiste ancora. C'è inoltre una fune di acciaio – precisano – che ha proprio la funzione di bloccare la struttura in caso di emergenza". Tutto questo funziona naturalmente se la manutenzione è effettuata con regolarità.    Dunque, si titorna al solito punto: la carenza della manutenzione. L'azienda fa sapere che i controlli vengono fatti con cadenza mensile. I più anziani, fra i dipendenti, ricordano che in passato i controlli erano giornalieri nelle 4 ore di fermo notturno degli impianti.   In attesa del verdetto della magistratura a Roma, per il Tpl, niente di nuovo.

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