Referendum Atac

Referendum Atac: un’occasione persa

Referendum Atac: un’occasione persa

Domenica 2,4 milioni di romani sono chiamati ad esprimersi sui due quesiti che riguardano l'azienda capitolina dei trasporti. Il referendum è valido se si supera il quorum del 33%.

Il giudizio dei romani su quale Atac desiderano per il futuro è appeso a un numero: 33 Trentatre indica, infatti,  la percentuale dei cittadini aventi diritto (circa 750 mila) che dovranno recarsi alle urne affinchè il Referendum sia considerato valido.   Un numero non proibitivo considerando il numero degli utenti che ogni giorno usano i mezzi di Atac ma che, vista la pessima salute dell'istituto referendario in questi ultimi anni, si rivela una montagna molto alta da scalare. Evidente, allora, che le ragioni del Sì e del No, tendono a diradarsi nel dibattito pubblico se per uno degli schieramenti in campo è sufficiente puntare alla naturale propensione all'estensione (fenomeno in crescita anche nelle più importanti elezioni politiche degli ultimi anni) e alla scarsa voglia di partecipazione.   Il rischio, dunque, che le buone ragioni degli uni e degli altri, siano patrimonio esclusivo di addetti ai lavori, di militanti mobilitati e rimangano circoscritte nei circoli più attivi o, peggio, nei salotti, è  nelle cose di fatto. Per l'Atac, invece, ci sarebbe bisogno di una presa di coscienza collettiva, di un dibattito largo e condiviso e di partecipazione.    Oltre ai numeri impietosi che parlano di un'azienda "virtualmente" viva e del tutto inefficiente, il Referendum dovrebbe essere il momento di verifica conclusivo di un percorso di riflessione collettiva sul modello di trasporto pubblico in una delle più grandi città del mondo oltre che capitale d'Italia.   Niente di tutto questo si è avvertito in questi mesi di preparazione alla consultazione. Come sempre ha prevalso la furbizia di chi ha preferito contare sul disinteresse e sulla "naturale" propensione alla delega in bianco, anzichè affrontare apertamente i giganteschi nodi di un'azienda al collasso e un sistema di trasporti da quarto mondo.   Indipendentemente dal raggiungimento del quorum si tratta di una grande occasione persa: Roma e l'Atac avevano -e hanno-, estremamente bisogno di un grande e partecipato momento di riflessione collettivo.

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