Rapporto sulla mobilità

15° Rapporto ISFORT sulla mobilità degli italiani

15° Rapporto ISFORT sulla mobilità degli italiani

Presentato nei giorni alla Camera dei Deputati lo studio dell’Istituto Superiore di Fondazione e Ricerca per i Trasporti in collaborazione con Asstra, Anav e Agens

Il 15° Rapporto Isfort (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti) realizzato in collaborazione con Asstra, Anav e Agens, è stato presentato la scorsa settimana nella cornice della Camera dei Deputati. Lo studio, giunto alla sua quindicesima edizione, come di consueto illustra le abitudini degli italiani in tema di mobilità.   Rispetto all'edizione precedente, il rapporto 2017 certifica una incoraggiante inversione di tendenza rispetto alla consolidata consuetudine del ricorso al mezzo privato: dallo studio risulta infatti che l’impennata della mobilità attiva (non motorizzata) ha sottratto spostamenti soprattutto all’auto, incrinandone il tradizionale “quasi monopolio” nelle preferenze.  Nella fattispecie la quota modale delle quattro ruote scende nel 2017 al 58,6% dal 65,3% del 2016 (quasi 7 punti in meno), riallineandosi ai valori di inizio millennio. Il dato riguarda oltre la metà degli italiani motorizzati. Gli spostamenti a piedi, d’altro canto, sono balzati dal 17,1% del totale nel 2016 al 22,5% nel 2017, così come la quota modale della bicicletta ha superato per la prima volta il 5%, quasi due punti in più rispetto al 2016.   Per quanto concerne il  trasporto pubblico (treni, autobus urbani e di lunga percorrenza, metro, tram, sharing mobility ecc), nel suo insieme ha registrato un leggero incremento, passando dal 6,6% del 2016 al 7% del 2017. Nonostante gli italiani usino meno l’automobile il tasso di motorizzazione, però, cresce a 63,7 auto ogni 100 abitanti contro 62,5 del 2016. Il parco autovetture circolante in Italia nel 2017 ha avuto infatti un incremento del 1,8% rispetto al 2016, ovvero più italiani hanno l’automobile ma la utilizzano meno.   Effetto negativo di questa incessante crescita del tasso di motorizzazione, soprattutto negli ultimi anni, è l’aumento della quota di vecchie autovetture: quella dei veicoli con età superiore ai 15 anni era pari al 16,1% nel 2000, ed è salita al 18,7% dieci anni dopo, nel 2017 ha raggiunto il 30,6%. L’incidenza di motori meno inquinanti raddoppia: gli Euro 5 o superiori passano dal 15,3% del 2013 al 27,4% del 2016 e al 32% del 2017.   Sempre in ambito di mobilità privata i numeri testimoniano che, nonostante qualche piccolo successo, la battaglia sulla sicurezza stradale si sta perdendo. Nel 2017 il numero complessivo di incidenti stradali, pari a 246.750, è leggermente diminuito rispetto all'anno precedente (-0,97%), ma sono aumentati i decessi: 3.378, ovvero 95 in più rispetto al 2016. L’indice di mortalità rimane stabile a 1,9 decessi ogni 100 incidenti, una soglia che di fatto non si è abbassata dal 2010, dopo la rapida discesa di inizio millennio (2,6 nel 2002).   Secondo Carlo Carminucci, Direttore della Ricerca Isfort che ha illustrato la ricerca nel paese " si stanno affermando nuovi stili di mobilità dei cittadini, più maturi e consapevoli, che aprono scenari di grandi opportunità per la crescita dei mezzi di trasporto più sicuri, decongestionanti e a basso impatto”.
Secondo Carminucci, tuttavia, la tendenza in atto ha bisogno del sostegno di politiche  pubbliche mirate e di strumenti più efficaci: “Occorre –  ha sottolineato – che i servizi di trasporto offerti siano integrati, flessibili e innovativi, in grado di soddisfare una domanda sempre più esigente e personalizzata. E occorre che le politiche pubbliche accompagnino questo processo con misure di mitigazione dell’uso dell’auto, a favore della sicurezza e a sostegno delle soluzioni di mobilità sostenibile".

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