Mobilità Low Cost

La corsa ad ostacoli di Flixbus

La corsa ad ostacoli di Flixbus

Nell'intervista concessa a "Tutto Soldi", l'inserto settimanale del quotidiano "La Stampa", Andrea Incondi, managing director della filiale italiana, parla dei record e degli ostacoli sul cammino di Flixbus

Sono bastati pochi anni per affermarsi come leader nel trasporto passeggeri. Frutto di un'idea venuta dalla Germania e che in pochissimo tempo si è consolidata nel nostro paese.   Prima di Flixbus il termine "low Cost" nei trasporti di linea non esisteva: ma non basta questo a spiegare il successo di un'operazione che ha cambiato il modo di viaggiare di milioni di utenti.   Nell'intervista concessa a Tutto Soldi, all'inserto settimanale del quotidiano "La Stampa" Andrea Incondi parla del successo ma anche degli ostacoli che quotidianamente Flixbus trova sulla sua strada: "Oggi – spiega Incondi – abbiamo 450 città collegate, 100 in più rispetto alle previsioni, con oltre 20 milioni di passeggeri trasportati, un indotto tra noi ed i nostri partner di oltre 1.500 posti di lavoro e tantissima soddisfazione percepita dai clienti per i servizi che offriamo. Possiamo insomma parlare di una rivoluzione che è avvenuta e che continua a portare molti frutti, tant'è che il nostro è diventato il secondo mercato del gruppo dopo la Germania, il paese più grande in termini di dimensione del network e di passeggeri trasportati, e davanti alla Francia».   Non solo biglietti Low Cost, dunque, ma anche e soprattutto una capillarità che la concorrenza non ha, la capacità di costruire reti fra gli operatori (Flixbus, è bene ricordarlo, non possiede una propria flotta di bus ma un network di partner; Il focus è tutto concentrato sulla vendita online dei biglietti e sulle politiche di marketingd), e una flessibilità nel capire, fiutare le esigenze del mercato.   "Solo nel 2018  – dice Incondi – le prenotazioni raccolte da Flixbus sono aumentate del 50% rispetto all'anno prima e lo scorso dicembre ha integrato nel proprio network uno dei grandi operatori privati, la Baltour di Teramo".   Tutto rose e fiori dunque? Non proprio. Spiega il manager Flixbus: "Ogni volta che pianifichiamo una nuova linea, o che modifichiamo una linea esistente, per avere l'autorizzazione dobbiamo infatti aspettare 5-6 mesi. In Germania per un'autorizzazione analoga ci vogliono 2-3 mesi, in Francia si fa tutto in poche ore, con una Pec. Oltre a questo poi in Italia c'è un gap infrastrutturale ancora rilevante. Oramai sono quattro anni che siamo presenti in Italia, abbiamo spostato 20 milioni di passeggeri, e ancora oggi ci troviamo con città prive di un'autostazione e nelle città dove esiste, spesso è periferica, tenuta male, con uno scarso decoro".   Una vera è propria nemesi. Anche nelle storie di successo il "sistema" paese viaggia a una velocità diversa, quando va bene. Se va male, o si mette di traverso o va decisamente da un'altra parte.  

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