Parte oggi la Fase 2. Per il trasporto pubblico, alle prese con le misure restrittive, è il giorno più lungo
Da questa mattina le stazioni e le fermate delle metropolitane cessano di essere luoghi deserti. Con la ri-partenza milioni di italiani torneranno sul posto di lavoro e, per farlo, dovranno nuovamente affidarsi al trasporto pubblico.
Dopo lunghe settimane, caratterizzate da un servizio ridotto allo stretto necessario, la giornata odierna si configura dunque come una sorta di D-day che metterà a nudo la capacità di tutte le aziende del tpl di garantire la mobilità nel rispetto delle misure di sicurezza stabilite dalle linee guida diramate dal Mit.
Operazione difficile, come è stato fatto notare nei giorni scorsi dalle diverse organizzazioni di rappresentanza del mondo del trasporto pubblico e dalle stesse aziende.
In attesa dei primi riscontri, che cominceranno ad arrivare nel corso delle prossime ore, è di tutta evidenza che il successo o l’insuccesso del primo giorno post- lockdown dipenderà in gran parte non solo dalla capacità dei singoli operatori di mettere in campo risorse adeguate al momento ma anche, e soprattutto, dallo spirito di collaborazione e di adattamento degli utenti dei mezzi pubblici.
Non solo la rigorosa osservanza delle misure poste a tutela della salute, come l’obbligo di indossare le mascherine di protezione, ma il rispetto delle prevedibili lunghe file alle fermate e nelle stazioni e l’ingresso ordinato e contingentato sulle vetture e sui treni della metropolitana. Al di là dei controlli che ciascuna azienda riuscirà in questi primi giorni a dispiegare sul terreno il senso civico degli utenti farà la differenza fra una gestione ordinata e una caotica del servizio di trasporto.
Da domani invece tutte le aziende son chiamate a fare tesoro di queste prime ore di “ritorno alla normalità” per correggere gli errori di programmazione eventualmente commessi e aumentare se possibile la frequenza nelle linee prese d’assalto in queste ore.
Alla politica, infine, la capacità di proporre soluzioni diverse dal passato e ridisegnare una quotidianità completamente stravolta dall’epidemia.