Mercato delle biciclette in piena espansione grazie agli incentivi introdotti dal governo. Per il 2020 si prevede una crescita del 25%
Un anno orribile indimenticabile. Può sembrare un paradosso ma il 2020, che passerà alla storia come l’anno della pandemia del 21° secolo che ha messo in ginocchio l'economia dell’intero pianeta, potrebbe segnare il punto più alto raggiunto negli ultimi anni dall’industria italiana della bicicletta. A riportare le stime elaborate da Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori che aderisce a Confindustria) il quotidiano economico “Il Sole 24 Ore” oggi in edicola. «Dalle prime indicazioni che riceviamo dalla rete dei rivenditori – spiega Piero Nigrelli, direttore settore ciclo di Confindustria Ancma, interpellato dal “Sole 24 Ore”- sembrerebbe che, l'incentivo medio erogato, che non può superare il 60% del prezzo della bicicletta, sia pari a 300 euro. Sulla base di questo e considerata la dote del provvedimento, al momento pari a 120milioni di euro, la misura potrebbe generare vendite per 400mila pezzi, tra biciclette elettriche e muscolari». L’accelerazione al settore si deve naturalmente al recente provvedimento del governo che introduce un bonus pari al 60% del valore del mezzo acquistato: nel 2019, infatti, sono state vendute 1,5 milioni di biciclette e grazie all’incentivo ci si attende nei prossimi mesi una crescita complessiva del mercato del 25%. Del resto un analoga crescita si era avuta in passato: nel 2009/10, in occasione di una analoga campagna di incentivi – con un tetto al 30% del prezzo di acquisto, contro il 60% fissato dalle attuali misure, per un massimo di 500 euro – il mercato registrò un incremento di 300mila pezzi. Numeri dolci per il mezzo in piena simbiosi con la “mobilità dolce” ma, paradosso nel paradosso, il rischio di non riuscire a dare un’offerta adeguata alla tumultuosa impennata della domanda è dietro l’angolo. Dice il direttore di Ancma: “ora le criticità si spostano sull'offerta. Con il fermo produttivo di due mesi e l'aumento della domanda è probabile che, fra qualche settimana, potrebbe mancare il prodotto. Non averci permesso di produrre per due mesi avrà delle conseguenze”. Un problema quello delle scorte che i principali produttori nazionali e non solo, dovranno cercare di risolvere in tempi rapidi. La parola d’ordine è per tutti quella di scongiurare la beffa di non riuscire a soddisfare la domanda e di perdere così il “treno” della ripresa. L'indicazione per i rivenditori è in ogni caso di emettere una fattura per ogni bicicletta venduta, avvisando i consumatori sul fatto che l'incentivo è previsto solo per chi risiede nelle aree metropolitane o in un comune con più di 50mila abitanti.